Nel corso della presentazione, largo spazio al dibattito sulla guerra in corso in Ucraina

 Sono stati rivelati oggi, alla Camera di Commercio di Roma, i 12 libri finalisti della 76esima edizione del Premio Strega, tra i quali poi saranno scelti quelli che andranno a comporre la cinquina finale. Sono stati indicati anche i cinque finalisti del Premio Strega europeo, che sarà assegnato nel corso del Salone del Libro di Torino, in programma dal 19 al 22 maggio. Tra questi, c’è anche il russo Mikhail Shishkin, con il suo libro ‘Punto di fuga’. Shishkin dal 2014 ha lasciato il suo Paese e vive in Svizzera. Un premio ‘collaterale’ dello Strega, nato nel 2014, per il quale i candidati saranno votati da scrittori finalisti e vincitori del Premio. Oltre a Shishkin, nella cinquina ci sono Elin Cullhed con ‘Euforia’, Sara Mesa con ‘Un amore’, Megan Nolan con ‘Atti di sottomissione’ e Amelie Nothomb con ‘Primo sangue’.

 I candidati per il Premio quest’anno sono invece Alessandra Carati con ‘E poi saremo salvi’ (Mondadori); Alessandro Bertante con ‘Mordi e fuggi’ (Baldini e Castoldi); Claudio Piersanti con ‘Quel Maledetto Vronskij’ (Rizzoli); Daniela Ranieri con ‘Stradario aggiornato di tutti i miei baci’ (Ponte alle grazie); Davide Orecchio con ‘Storia aperta’ (Bompiani); Fabio Bacà ‘Nova’ (Adelphi); Jana Karsaiova ‘Divorzio di velluto’ (Feltrinelli); Marco Amerighi con ‘Randagi’ (Bollati Boringhieri); Marino Magliani con ‘Il cannocchiale del tenente Dumont’ (L’Orma); Mario Desiati con ‘Spatriati’ (Einaudi); Veronica Galletta con ‘Nina sull’argine’ (Minimum Fax); Veronica Raimo con ‘Niente di vero’ (Einaudi).

 Nel corso della presentazione, largo spazio al dibattito sulla guerra in corso in Ucraina, con i relatori che hanno anche sottolineato l’importanza di essere tornati in presenza dopo due anni complicati.
In un momento tanto difficile a livello internazionale, è stato sottolineato a più riprese come le parole possano aiutare ad arginare le dittature: le storie delle persone vanno raccontate, le storie dei bambini, delle persone che fuggono dalla guerra.
Prima di annunciare i 12 libri selezionati, Melania Mazzucco ha spiegato che “si è partiti da 74 opere, tutte scritte o completate nei due anni di pandemia, una condizione eccezionale, comune a tutti, speriamo non ripetibile. La maggior parte dei testi sono così molto riflessivi”. C’è poi anche l’aspetto delle migrazioni tra i protagonisti delle opere presentate: “In moltissime storie i personaggi espatriano, Londra, Parigi, soprattutto Berlino. O arrivano in Italia da fuori”.

 I 12 libri selezionati tracciano così un affresco a tutto tondo di vari tipi di storie e generi, dal ‘racconto di fuga’ di Alessandra Carati (“A leggerlo oggi sembra quasi distopico”), alla “storia del mio Paese e della separazione della Cecoslovacchia, e la separazione di una coppia, lui ceco e lei slovacca”, raccontata da Jana Karsaiova. Ma ci sono storie di giovani e dei giovani, dalle motivazioni dei ventenni che scelsero la lotta negli anni ’70, raccontate da Alessandro Bertante, alla storia “di una generazione randagia, nata tra gli anni ’70 e i primi anni ’90, una generazione a cui era stato promesso tutto, anche la felicità. Invece è stata la prima generazione della decrescita”, come racconta Marco Amerighi del suo ‘Randagi’. Diverse le storie biografiche o autobiografiche, o i racconti di rapporti profondi, come quello tra una ragazzina e suo nonno nel libro di Veronica Raimo.

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