Calorie o abbuffata di percorsi sensoriali? Bollicine di montagna o acque depurative? Opposti che si attraggono nella tradizione pasquale del Trentino. Con le Dolomiti che riprendono fiato dopo un inverno avaro di neve eppure generoso in fatto di presenze, a farla da padrone sono laghi, valli e terme tirate a lucido per l’anteprima della stagione estiva. E’ il banco di prova per misurare attrattività e capacità di competere con il turismo balneare. A fare da bussola sono dunque l’offerta enogastronomica e i programmi del benessere. ‘Nemici’ che oggi fanno da stampella a un’economia con sindrome da long Covid complicata dalla stangata energetica e dalla cronica carenza di personale specializzato. A tirare su il morale di addetti ai lavori e vacanzieri c’è però la tavola di Pasqua che quest’anno rispolvera l’asparago bianco di Zambana per mettere d’accordo tutti, dai veterani della sostanza agli irriducibili del giro vita. “E’ una produzione di nicchia che vale poco più di 600 quintali all’anno – precisa Marco Fontanari, presidente dell’Associazione ristoratori del Trentino aderente a Confcommercio, dialogando con LaPresse -. Croccanti, sono perfetti serviti con un filo d’olio del Garda per gli amanti del light. Accompagnati con le uova di quaglia soddisfano i palati più decisi. E poi inizia la stagione delle erbette selvatiche: impiattate con semplicità per i vegetariani dopo un tuffo nelle acque purificanti, oppure ottimo abbinamento con i salumi e i formaggi della tipicità assieme a un calice di bollicine d’alta quota per chi non bada alla bilancia. Al di là dei gusti e delle attenzioni da prova costume, strangolapreti e coniglio, carne salada e polenta di patate non mancheranno. I menù saranno variegati, attenti alla componente allergenica, ma sempre e comunque rispettosi della ristorazione italiana di valore. E’ una cultura a cui non si può e non si deve rinunciare. Non solo per difendere il made in Italy, ma anche per riappropriarci della normalità”.
 Le previsioni sugli arrivi sono effervescenti e si guarda al meteo come unica variabile in grado di condizionare il sold out. “C’è ottimismo, i gruppi stanno tornando e olandesi e tedeschi hanno ripreso a prenotare – aggiunge Fontanari -. Un po’ di ossigeno, insomma. Anche perché da gennaio sono finite le moratorie sui mutui e da maggio si dovrà tornare a saldare le rate dei finanziamenti Covid. I flussi pasquali ci daranno una mano, ma non bastano per far fronte a debiti e costi di energia e materie prime fuori controllo. La categoria chiede l’esenzione fino a fine anno del canone unico. Una misura che serve come il pane per accompagnare la ripresa. Intanto godiamoci la Pasqua. Magari ritrovando il giusto equilibrio tra dieta e palato”.

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