Dopo due anni di isolamento, il popolo della musica torna a cantare e ballare sotto un palco

“Dopo due anni di isolamento stasera Milano è un focolaio, ma che diffonde rock and roll”. Brandon Flowers centra subito il punto. Il leader dei Killers, con il volto da attore hollywoodiano che sprizza felicità per essere di nuovo su un palco di fronte al suo pubblico, interpreta il sentimento del popolo della musica, tornato a sudare, cantare e ballare, senza mascherine e restrizioni. In una serata nella quale incombe l’ombra dei Rolling Stones, che si esibiscono a un chilometro di distanza allo stadio Meazza, la band di Las Vegas si presenta all’Ippodromo Snai San Siro senza timori reverenziali e porta a casa alla grande i tre punti.

Il gruppo americano che ama la new wave e il techno pop inglesi, i grandi cori degli U2 e le tastiere dei Depeche Mode, declinati però con uno storytelling a stelle e strisce di marca springsteeniana, sciorina tutti i suoi successi. E allora vince facile con hit degli anni zero come ‘Mr Brightside’, ‘Somebody told me’, ‘Smile like you meant it’, ‘Spaceman’. Flowers suona il piano e intona poi ‘A Dustland Fairytale’, canzone che è la summa della poetica dei Killers.

Mentre sullo schermo scorrono immagini del deserto del Nevada e delle luci di Las Vegas, Brandon racconta la storia a toni mèlo di una Cenerentola in vestito da sera che vede infrangersi i suoi sogni nella città del peccato. E’ la cifra poetica del gruppo e del suo leader, favole rock pop nelle quali sembra di stare in un ‘American Graffiti’ dei nostri anni, in cui la ragazza di provincia esce vestita da principessa ma torna a casa con il trucco rovinato dalle lacrime e i tacchi rotti, sullo sfondo delle luci abbaglianti di Las Vegas. Ma Flowers, che celebra sul palco il suo quarantunesimo compleanno, con tanto di ‘Happy Birthday’ intonato dal pubblico milanese, è ‘Mr Brightside’, bello come un divo del cinema, con un grande talento musicale, una travolgente presenza scenica e un’attitudine pop dietro la quale cela le sue malinconie.

E allora arrivano l’inno da stadio ‘Runaways’ e un divertente omaggio all’Italia, con una versione voce e chitarra del classico di Umberto Tozzi ‘Ti Amo’. Il pubblico milanese è in visibilio. E il colpo del ko è il finale con ‘Human’, cantata a squarciagola dai fan. Poco più in là gli Stones celebrano trionfalmente se stessi e il rock, ma all’Ippodromo The Killers hanno vinto la loro partita. In realtà a vincere è la grande musica dal vivo e il suo popolo di appassionati, tornati a casa felici nella prima notte d’estate dopo due anni da incubo.

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