La presentazione di Roma è una delle tappe di un percorso voluto dalla Uil sulla strada della legalità

“Un libro che mi ribolliva dentro da 30 anni”. È netto Claudio Martelli, sul suo ultimo lavoro, ‘Vita e persecuzione di Giovanni Falcone’. “L’intera vicenda di Falcone è stata raccontata, come fosse stato uno dei tanti magistrati uccisi dalla mafia – chiosa – Falcone è stato certamente ucciso da Cosa nostra, ma è stato anche perseguitato dai colleghi”. La presentazione del libro, a Roma, è una delle tappe di un percorso voluto dalla Uil sulla strada della legalità: un’apertura costante e crescente, attraverso la promozione di iniziative di sollecitazione al confronto ed al ragionamento, con il coinvolgimento delle persone e, in particolare, delle generazioni più giovani: “Questo libro può essere uno strumento, una lettura fatta a distanza di tanto tempo, che ci permette di chiarire fatti ancora non completamente chiari, e alcuni errori fatti in quel periodo possono esserci di aiuto per evitare errori oggi”, dice il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che aggiunge: “Siamo convinti che sia necessario affrontare il tema dell’esercizio della legalità in questo paese. Nel libro ci sono una serie di riferimenti che noi troviamo costantemente nella vita di tutti i giorni”. ‘Vita e persecuzione di Giovanni Falcone’, a trent’anni dalla strage di Capaci, è uno sguardo critico su quel pezzo di storia d’Italia: sul prima, sul dopo e sulle tante ombre di politica e magistratura. Per la Uil, le battaglie, le conquiste e i valori del magistrato Falcone possono continuare a vivere solamente se vengono concretamente trasmesse alle nuove generazioni. Raccontare ai giovani quanto accaduto è un ingrediente imprescindibile per cambiare il corso delle cose: “Oggi come allora la questione economica diventa preponderante rispetto a una discussione sulle questioni della legalità – continua Bombardieri – C’è ancora da affrontare in questo paese una questione culturale legata alla legalità e questo libro aiuta a fare una riflessione e ad accendere un faro sul passato”. “Questa storia andava raccontata, senza sollevare polveroni – prosegue Martelli – ma circostanziando le responsabilità di chi agì contro Falcone, in un modo veramente infame”. E sulla riforma Cartabia, appena approvata dal Parlamento, conclude: “Male non fa, ma non cambia le cose. È una riforma timida ma frutto di questo Parlamento che non poteva fare di più”.

© Copyright Olycom - Riproduzione Riservata