Secondo alcuni esperti interpellati dalla Cnn, si tratterebbe di una 'vendetta' per l'aiuto fornito da Washington a Kiev

La Russia punta a inserirsi nella polarizzazione dello scontro politico negli Usa, sfruttando le elezioni di metà mandato di novembre come ulteriore elemento di divisione all’interno della società americana. E’ l’allarme lanciato da alcuni attuali ed ex funzionari della Sicurezza interna e della Sicurezza nazionale, secondo i quali Mosca farebbe leva sulle false accuse di brogli elettorali nelle presidenziali del 2020, costantemente rilanciate dall’ex presidente Donald Trump. Secondo alcuni esperti interpellati dalla Cnn, si tratterebbe di una ‘vendetta’ per l’aiuto fornito da Washington a Kiev, a seguito dell’invasione dell’Ucraina decisa da Vladimir Putin.

Basterebbe l’hackeraggio dei sistemi informatici di alcune autorità elettorali locali per alimentare ulteriormente le teorie cospirazioniste che stanno avvelenando il dibattito pubblico in America, dicono gli esperti. Anche se questo scenario rimane al momento ipotetico e il sistema elettorale Usa è divenuto meno permeabile alle interferenze esterne, il rischio è ritenuto reale. “Se accade anche qualcosa di piccolo, alimenterà la psicosi e il caos e la gente all’improvviso penserà che le elezioni siano totalmente insicure”, spiega Nicole Tisdale, che fino ad aprile è stata direttrice degli Affari legislativi del Consiglio per la Sicurezza nazionale e in precedenza ha diretto la sezione cybersicurezza e controspionaggio della commissione Intelligence della Camera dei rappresentanti.

Gli esperti hanno tracciato un esempio di come gli hacker russi potrebbero operare. Per prima cosa, lancerebbero un attacco al sistema di conteggio di un’autorità elettorale locale. Poi, pubblicherebbero le informazioni sottratte, rivendicando in prima persona l’operazione, senza attribuirne la responsabilità ad altri, come invece avvenne nel 2016. In seguito, attraverso i social media, account manovrati dal Cremlino amplificherebbero l’incidente, puntando ad alimentare rabbia ed eventuali reazioni violente.

“La Russia non deve fare nulla prima delle elezioni, solo osservare dove emergeranno delle difficoltà operative e usare quel problema per sfruttare la mancanza di fiducia e le divisioni”, spiega un funzionario Usa coinvolto direttamente nella sicurezza del sistema elettorale. Con il termometro della polemica politica ai massimi storici, come dimostrato dai dibattiti sull’aborto e sulle armi e dalle udienze pubbliche della Commissione che indaga sull’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, per i russi il “vantaggio asimmetrico”, aggiunge il funzionario, è “sbalorditivo”.

L’allarme espresso dagli esperti Usa era già stato lanciato nei giorni scorsi dall’Ufficio intelligence e analisi del dipartimento per la Sicurezza interna, che in un rapporto parlava della “probabilità” che Mosca tenti di infiltrarsi nel voto di novembre, come “risposta” alla reazione Usa e occidentale all’invasione dell’Ucraina. Minare ulteriormente la fiducia degli americani nel loro sistema elettorale, si leggeva nel rapporto, contribuirebbe a compromettere la “posizione globale” degli Stati Uniti e influenzerebbe il “processo decisionale” degli Usa. E se nel 2016 le tattiche di disinformazione dei russi erano ancora “rudimentali”, oggi Mosca può disporre di metodi di “maggiore portata” e “più sofisticati”.

© Copyright Olycom - Riproduzione Riservata