Dal primo gennaio i cittadini croati diranno addio alla kuna e inizieranno a usare l'euro. Con la firma degli atti legali la Croazia diventa il ventesimo paese dell'eurozona, a vent'anni dall'introduzione della moneta unica europea

Dal primo gennaio i cittadini croati diranno addio alla kuna e inizieranno a usare l’euro. Con la firma degli atti legali la Croazia diventa il ventesimo paese dell’eurozona, a vent’anni dall’introduzione della moneta unica europea. L’ingresso di Zagabria nell’area euro rappresenta un “atto di dedizione”, come l’ha definito la presidente della Bce, Christine Lagarde, nella cerimonia di firma degli atti, ma anche “un atto di inclusione”, “un segno che insieme siamo più forti”, ha rimarcato la numero Uno dell’Eurotower. In effetti, la Croazia ha raggiunto i criteri di convergenza in tempi rapidi, considerando che è entrata nell’Ue solo nel 2013, come ha notato il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, che ha sottolineato come questo traguardo “completerà la sua piena integrazione nell’Unione europea meno di un decennio dopo la sua adesione”.

Il presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde, al centro, regge una moneta di cartone in euro dopo la cerimonia di firma per l’adesione della Croazia all’euro a Bruxelles, martedì 12 luglio 2022.

L’utilizzo dell’euro porterà grandi vantaggi alla Croazia, in termini di nuovi investitori, crescita e competitività, ma potrebbe essere un’arma a doppio taglio per il potere di acquisto nel momento in cui l’inflazione è alta e il dollaro ha raggiunto la parità sulla moneta europea. Proprio nel giorno in cui è stato fissato il tasso di cambio con la kuna, infatti, la moneta unica Ue si è vista raggiungere dal dollaro Usa. La parità, tuttavia, se può essere un vantaggio per le nostre esportazioni, non sempre rappresenta un bene perché bisogna stare attenti anche agli aspetti negativi, aveva evidenziato il commissario Gentiloni al termine dell’Eurogruppo.

Passato l’entusiasmo delle celebrazioni, la riunione dell’Ecofin ha dovuto fare i conti con la questione spinosa del sostegno finanziario all’Ucraina. I ministri delle Finanze dei Ventisette hanno dato luce verde alla prima tranche da un miliardo di euro di assistenza macrofinanziaria per Kiev, che fa seguito a un primo stanziamento di emergenza di 1,2 miliardi di euro erogati all’inizio di quest’anno per l’assistenza nei settori umanitari, dello sviluppo, delle dogane e della difesa. Ma è parte di un pacchetto di nove miliardi deciso dalla Commissione a avallato dai leader nel Consiglio europea del 23 giugno.

L’intenzione dell’Esecutivo Ue è erogare le altre tranche il prima possibile e l’impegno scritto è a farlo entro l’anno. Tutti vogliono aiutare Kiev a far fronte alle spese correnti – l’Fmi ha calcolato un fabbisogno di 5 miliardi al mese – ma, sul come, si sono aperte diverse crepe tra i paesi europei. L’assistenza macrofinanziaria è di fatto un prestito agevolato, a tassi quasi nulli, a lungo termine, fino a 25 anni, grazie a fondi che la Commissione stessa raccoglierebbe emettendo sul mercato debito garantito dagli Stati europei. Che però va sostenuto dalle garanzie degli Stati membri e la Germania, anche per delle procedure del suo ordinamento che la esporrebbero a ricorsi, preferisce evitare di mettere a garanzia somme che probabilmente non rivedrà tornare indietro e piuttosto opterebbe per lo strumento delle sovvenzioni a fondo perduto. La Commissione ha spiegato che “vi sono vincoli significativi nel bilancio dell’Ue” nell’usare le sovvenzioni e che “l’Assistenza macrofinanziaria è uno strumento in grado di fornire una grande quantità di finanziamento attraverso tassi di interesse molto bassi e molto rapidamente ed è quindi considerata l’opzione migliore a disposizione della Commissione in questa fase”.

Per nulla preoccupata dall’impasse è la presidente dell’Esecutivo Ue, Ursula von der Leyen, che ha annunciato: “La prossima tranche di sostegno finanziario dell’Ue all’Ucraina è in arrivo. Questo miliardo di euro rafforzerà lo Stato in una fase cruciale. Con il via libera di oggi da parte del Consiglio, il denaro dovrebbe raggiungere l’Ucraina già questo mese. Siamo con l’Ucraina, ora e nel lungo periodo”.

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