Le misure approvate oggi dagli Stati membri, su proposta della Commissione europea, che da una parte prorogano di sei mesi, al gennaio 2023, le misure in vigore, dall'altra introducono una serie di provvedimenti per allinearsi alle norme dei paesi del G7 e fermare alcuni tentativi di aggiramento in corso

 A Bruxelles lo chiamano mini-pacchetto o sesto pacchetto e mezzo. Sono le nuove sanzioni approvate oggi dagli Stati membri, su proposta della Commissione europea, che da una parte prorogano di sei mesi, al gennaio 2023, le misure in vigore, dall’altra introducono una serie di provvedimenti per allinearsi alle norme dei paesi del G7 e fermare alcuni tentativi di aggiramento in corso. La prima novità riguarda l’embargo all’oro russo e dei gioielli, esclusi però i diamanti, con l’eccezione di quelli a uso personale perché non si possono privare le persone che viaggiano dei loro beni personali. L’Ue, poi, ha deciso di allinearsi agli Stati Uniti sui controlli sulle esportazioni di specialità chimiche, macchinari e metalli. Vi è poi la parte del “mantenimento”, perché, spiega un funzionario Ue, ci si è resi conto che alcune delle misure dei pacchetti scorsi venivano aggirate. Viene esteso anche alle chiuse navali il divieto per le navi battenti bandiera russa di entrare nei porti europei, perché si è notato che alcune imbarcazioni russe non entravano nei porti ma arrivavano fino ad alcune chiuse e scaricavano le merci. Divieto di depositare somme oltre i mille euro anche presso entità di paesi terzi. Anche qui si è notato che molti cittadini russi, che non depositano più i loro soldi nelle banche nazionali, riuscivano a lasciare i propri depositi in istituti in paesi terzi controllati o amici di Mosca.

 Bruxelles ha voluto anche specificare in modo più chiaro le misure sui prodotti agricoli e i fertilizzanti, di cui la Russia è uno dei principali produttori. Uno dei problemi che si stavano riscontrando soprattutto in Africa erano le transazioni sulle vendite di prodotti legati all’agricoltura con le banche incluse nella lista nera Ue. Ora si dice esplicitamente che c’è un’esenzione per le transazioni sulla vendita di tali prodotti, anche indirettamente. Lo stesso vale per Sberbank, la principale banca russa, già esclusa dal sistema di pagamenti Swift, e che ora viene inserita tra le entità sanzionate nella lista nera: i suoi beni saranno congelati, le transazioni vietate ma non quelle sui prodotti agroalimentari. “L’Ue sta facendo la sua parte per garantire che possiamo superare l’incombente crisi alimentare globale – ha rimarcato l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell -. Spetta alla Russia smettere di bombardare i campi e i silos dell’Ucraina e smettere di bloccare i porti del Mar Nero”. Nuovi chiarimenti anche sui prodotti chimici che facevano parte dei beni congelati, vista la loro pericolosità l’Ue chiede di venderli e congelare il ricavato. Il titanio, utile per l’industria aerospaziale è escluso, così come le turbine legate al gas, venute alla ribalta nella vicenda della manutenzione di Nord Stream 1. Infine, è stato introdotto l’obbligo di auto-segnalazione dei propri beni per le persone sanzionate. Questo aiuta il congelamento dei beni degli oligarchi e in un certo senso favorisce la confisca, una misura su cui l’Ue sta lavorando con l’intento di superare gli scogli delle normative nazionali e fa confluire in un fondo per la ricostruzione gli asset russi. Al momento, spiega un funzionario Ue, qualora i sanzionati non dichiarassero i loro beni, potrebbero essere oggetto di un’indagine penale negli Stati membri che potrebbero la confisca di quei beni che non sono stati denunciati.

 Per Borrell oggi è stato fatto “un altro passo importante per ridurre la capacità della Russia di continuare e finanziare la sua guerra”. Anche Bruxelles è consapevole che questo non fermerà il conflitto e che il Cremlino continuerà a incassare i proventi della vendita di gas, motivo per cui oggi è stato deciso di riattivare il gasdotto Nord Stream 1, dopo il periodo di manutenzione. Non si può nemmeno ignorare, tuttavia, che i sei pacchetti di sanzioni Ue approvati finora hanno ridotto le esportazioni verso la Russia del 28%, ovvero di 24,8 miliardi su 88,4 miliardi prima della guerra, mentre le importazioni dei beni soggetti a restrizione sono del 51%, restrizioni 82,9 miliardi su 162 miliardi, una cifra non trascurabile. Il nuovo pacchetto “manda un segnale forte a Mosca” presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che promette “terremo alta la pressione per tutto il tempo necessario”.

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