Anche la Germania verso il sì al blocco del greggio di Mosca

Si stringe il cerchio sul sesto pacchetto sanzioni. Nel fine settimana la Commissione europea presenterà agli Stati membri i contenuti del nuovo provvedimento contro la Russia. Non vi sarà una riunione collegiale ma degli incontri bilaterali informali tra il capo di gabinetto della presidente Ursula von der Leyen e gli ambasciatori dei vari paesi, che si confronteranno poi con i rispettivi governi. Da quel momento partirà il confronto tra Bruxelles e le capitali europee con l’obiettivo di riuscire a portare a casa l’embargo al petrolio russo.

Dagli ambienti Ue l’inclusione dello stop al greggio è data per certa ma bisogna capire in quali termini, che tipo di prodotti, raffinati o meno, e soprattutto in quali tempi. Nell’ultimo pacchetto la Germania era riuscita a far slittare il blocco definitivo alle importazioni del carbone fino ad agosto. Questa volta il governo di Berlino ha accettato di includere il greggio nel pacchetto, senza però fare salti di gioia. “La posizione della Germania può essere definita come quella di un paese sanzionante riluttante, che non può tirarsi fuori ma che sa anche che tali misure non stanno fermando la guerra di Putin”, riferisce una fonte diplomatica Ue.

L’auspicio è quello di arrivare a un’approvazione per mercoledì, quando i rappresentanti permanenti degli Stati presso l’Ue si riuniranno nel Coreper, o in ogni caso entro la settimana prossima, spiega la fonte. Certamente per lunedì 9 maggio, l’Unione europea vorrebbe portare le nuove sanzioni contro Putin nelle celebrazioni della Giornata dell’Europa, in ricordo della Dichiarazione di Schuman del 1950, che segna l’inizio del processo d’integrazione europea. Un giorno carico di significato quest’anno, non solo perché si chiuderà la Conferenza sul futuro dell’Europa con tutti i vertici Ue al completo – Macron compreso per il Consiglio – ma perché a Mosca, e in altri paesi dell’Est, si celebra la Giornata della vittoria, in cui Putin vorrebbe dare in pasto alla sua opinione pubblica qualche risultato dell’operazione contro l’Ucraina.

Nel sesto pacchetto l’Esecutivo Ue vorrebbe includere anche Sberbank, uno dei due istituti finanziari rimasti fuori dalle sanzioni, mentre non si dovrebbe toccare l’altro, Gazprombank, su cui avvengono i pagamenti del gas russo. Ci saranno poi tutta una serie di piccole e medie banche russe e bielorusse, su cui pesa il sospetto di servire da strumenti per l’elusione delle sanzioni in vigore, e una lista di nuovi individui e società i cui beni saranno congelati.

Intanto, gli occhi sono puntati anche sul Consiglio straordinario Energia di lunedì, convocato dopo il taglio delle forniture di gas imposto dalla Russia a Polonia e Bulgaria, accusate di non aver rispetto le nuove disposizioni del Cremlino sul pagamento in rubli.

Gli Stati membri analizzeranno la situazione energetica nei loro confini e faranno il punto sulle iniziative messe in campo per far fronte a future interruzioni. I ministri dell’Energia vorrebbero portare a casa almeno indicazioni chiare sulla questione dei pagamenti in rubli, che sta agitando i vari paesi, chiamati anche a vigilare sull’applicazione delle sanzioni e sulle mosse delle loro compagnie energetiche. In attesa di conoscere i provvedimenti del sospirato pacchetto per l’indipendenza energetica, RePower Eu, che verrà presentato a maggio, la strada per l’introduzione di un tetto al prezzo dell’energia, come richiesto dall’Italia, appare in salita.

Oggi l’Agenzia europea per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (Acer) si è detta contraria a fissare un tetto ai prezzi dell’elettricità. “Quando i prezzi all’ingrosso dell’elettricità sono regolati, ad esempio introducendo limiti di prezzo – scrive l’agenzia in un rapporto – possono sorgere effetti indesiderati compresi problemi di sicurezza dell’approvvigionamento o di uscita dal mercato”.

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