Roma, 19 mag. (LaPresse) – L’apertura di un secondo conto in rubli “è un artificio, non è una pratica lineare”, che si muove nelle zone d’ombra del diritto per poter continuare ad acquistare il gas russo. Lo ha spiegato a LaPresse Carlo Curti Gialdino, professore di diritto dell’Unione Europea all’Università La Sapienza di Roma. Alla base dell’escamotage, il mancato espresso divieto da parte della Commissione europea rispetto all’apertura, per le società, di un conto presso Gazprombank. “Ma ora siamo al secondo round: nell’aggiornamento delle linee guida la situazione verrà messa nero su bianco ed è plausibile che si vada verso un effettivo divieto”, dice Curti Gialdino. Divieto che, se non rispettato da uno Stato membro, potrebbe comportare l’avvio di una procedura di infrazione. “Le sanzioni disposte dall’Ue contro il Cremlino sono state adottate con regolamento del Consiglio europeo e quindi se la Commissione dovesse ritenere che uno Stato o un’azienda di uno Stato ne violi le disposizioni, potrebbe attivare la procedura”, ricorda il docente. E però aggiunge: “È chiaro, la Commissione non starà con la lente di ingrandimento, si tratta di un’operazione lunga e complessa e c’è di mezzo la questione dell’approvvigionamento del gas. Però – conclude – credo la linea europea alla fine sarà questa”.

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