Il capo dello Stato la sessione inaugurale della Conferenza Nazionale della Cooperazione allo Sviluppo: "In un mondo interconnesso non esistono soluzioni locali"

Il conflitto in Ucraina “scatenato da Mosca per anacronistiche velleità di potenza, richiede una risposta netta, unitaria e solidale, al fine di giungere al ripristino di condizioni di pace”. Sergio Mattarella non usa giri di parole e, aprendo la sessione inaugurale della Conferenza Nazionale della Cooperazione allo Sviluppo Coopera 2022, condanna nuovamente l’aggressione della Federazione russa in Ucraina, sollecitando con forza la comunità europea a non perdere la strada della fermezza. Cedere alla minaccia di Vladimir Putin – è il concetto che ha più volte rimarcato il capo dello Stato – metterebbe a rischio l’Europa, i suoi valori, i suoi principi senza contare che si tornerebbe indietro nella storia a scenari “ottocenteschi” che il mondo intero aveva dimenticato.

“La guerra genera effetti gravissimi: si acuiscono le tensioni, si obbligano – a parte le vittime – milioni di donne e minori ad abbandonare le loro abitazioni per cercare rifugio altrove, si rende più difficile la collaborazione internazionale in materia climatica e ambientale, si creano squilibri insostenibili nei prezzi di alcune fondamentali derrate alimentari con conseguenze destabilizzanti per intere regioni del mondo, anche a noi prossime, come l’area del Mediterraneo e il continente africano”, un lungo elenco che l’inquilino del Colle definisce “amaro frutto” di una guerra da cui uscire per portare Kiev ad essere un paese libero e soprattutto accolto nella comunità europea. È il giorno in cui a Bruxelles si decide il futuro dell’Ucraina e dei Balcani occidentali, due temi su cui Mattarella e il premier Mario Draghi hanno rinnovato l’impegno dell’Italia, dopo il via libera da parte del Parlamento alle risoluzioni in vista del Consiglio europeo.

Non c’è solo guerra, sono diversi i fattori di instabilità “che pongono all’attenzione dell’intera comunità internazionale problemi particolarmente complessi e spesso correlati”, rimarca l’inquilino del Colle. “La pandemia ha reso evidente che in un mondo interconnesso non esistono soluzioni locali a sfide globali come quelle delle emergenze sanitarie, dei cambiamenti climatici, della povertà estrema, dell’insicurezza alimentare”, la sottolineatura. È qui che entra in gioco la Cooperazione allo sviluppo che deve essere “consapevole”. “La comunità internazionale deve saper assumere obiettivi condivisi e, intorno a essi, promuovere la tutela e l’affermazione dei beni globali. Li abbiamo già richiamati: la vita, la salute, il clima, la prosperità contro la povertà”, dice il presidente definendo non “risolutiva” un’iniziativa “basata sulla destinazione verso i Paesi più fragili soltanto delle risorse considerate eccedenti dalle economie dei Paesi più sviluppati permetta di vincere le sfide”.

Lo stesso ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sostiene “che costruire la pace, promuovendo società inclusive e rispettose dei diritti umani, passi anche per un rafforzamento della sicurezza alimentare”. Non a caso, ricorda il titolare della Farnesina, “l’aggressione russa all’Ucraina sta causando scarsità e aumento dei prezzi di risorse energetiche, cereali e fertilizzanti. Queste tensioni sui mercati mettono a ulteriore repentaglio la sicurezza di un’area che, dalla Libia al Libano, è già attraversata da numerosi fattori di instabilità, accrescendo l’insicurezza alimentare, con potenziali riflessi negativi anche in termini di tensioni sociali e flussi migratori”.

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