Il giornalista Frédéric Leclerc-Imhoff stava documentando un'evacuazione di civili nel Luhansk: il convoglio colpito

Le forze armate russe sono entrate alla periferia di Sievierodonetsk, nel corso di combattimenti che il governatore della regione Serhiy Gaidai ha descritto come “molto violenti”. Sempre in quell’area, nell’oblast di Luhansk, è stato ucciso il giornalista francese Frédéric Leclerc-Imhoff, colpito da una scheggia d’artiglieria mentre seguiva un’evacuazione di civili, poi interrotta. Mentre le truppe di Mosca alzano la pressione sulla fondamentale città orientale, il presidente russo Vladimir Putin ha sentito al telefono l’omologo turco Recep Taiyyp Erdogan, dopo che l’ucraino Volodymyr Zelensky si era detto disponibile a un colloquio trilaterale con loro. Da Mosca è però arrivato un no, con la precisazione che si sarebbe trattato di un “bilaterale” Mosca-Ankara.

Zelensky nel frattempo è tornato su Twitter per descrivere come “un obiettivo fondamentale” di Mosca la presa di Sievierodonetsk, “non importerà al costo di quante vite”. Il sindaco della città, Oleksandr Striuk, parlando ad Associated Press ha descritto la città come “completamente distrutta”, affermando che le forze di Mosca sono “avanzate di alcuni isolati verso il centro”. Il primo cittadino ha parlato di 12-13mila civili rimasti, rifugiati in cantine e bunker per ripararsi dai continui bombardamenti russi. “Il numero di vittime cresce di ora in ora, non siamo in grado di contare i morti e i feriti mentre gli scontri proseguono”, ha detto, aggiungendo che 1.500 abitanti sono stati uccisi o sono morti per carenza di farmaci, dall’inizio della guerra.

Mosca sta tentando di prendere il controllo del Donbass e Sievierodonetsk è fondamentale. Gli analisti militari parlano di una corsa contro il tempo per Mosca, che vuole completare la presa della regione prima che altre armi ‘occidentali’ arrivino a rafforzare Kiev. Quel tipo di armi, infatti, è già stato decisivo per contrastare l’avanzata sulla capitale, nelle prime settimane di guerra. Lo statunitense Joe Biden, frattanto, ha detto che non intende inviare a Kiev missili che possano colpire la Russia. Zelensky ha descritto la battaglia a Sievierodonetsk come “incredibilmente difficile”, con il 90% degli edifici distrutto, energia e comunicazioni saltati quasi ovunque. Una situazione che ricorda quella dell’assediata Mariupol, dove migliaia di persone sono morte. Gaidai ha sottolineato che l’esercito russo preme anche sulla vicina Lysychansk, anch’essa sullo strategico fiume Siverskiy Donets.

Ed è alla periferia di Sievierodonetsk che è stato ucciso il giornalista francese Frederic Leclerc-Imhoff, dell’emittente Bfmtv, mentre seguiva un’operazione umanitaria. Il presidente Emmanuel Macron ha ribadito il “sostegno incondizionato” a chi lavora come giornalista in guerra, mentre la ministra degli Esteri Catherine Colonna ha chiesto una “indagine trasparente”. Colonna proprio oggi è stata in visita a Bucha, dove ha chiesto di dare degna sepoltura alle persone uccise.

Ma la pressione prosegue anche al sud, con nuovi bombardamenti su Mykolaiv. Inoltre, dalla regione meridionale di Kherson è arrivata l’ammissione del leader filorusso Kirill Stremousov che grano è stato esportato in Russia. Questo dopo che Kiev ha denunciato che le forze russe avevano rubato mezzo milione di tonnellate di grano ucraino. Il tema della produzione agricola e delle esportazioni è emerso anche nel colloquio tra i presidenti russo e turco, Vladimir Putin e Recep Taiyyp Erdogan. Il primo, secondo i media russi, ha dichiarato che la Russia potrebbe esportare significative quantità di fertilizzanti e prodotti agricoli, se le sanzioni fossero revocate, mentre Mosca è pronta “a facilitare il transito marittimo di merci senza ostacoli in coordinamento con i partner turchi”, anche di grano, nel mar Nero. Erdogan, dal canto suo, ha detto che la Turchia è pronta a far parte di un “meccanismo di osservazione” tra Kiev, Mosca e Usa, proponendo un incontro a Istanbul fra le delegazioni di Russia, Ucraina e Onu.

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