Kiev può ribaltare le sorti del conflitto in Ucraina, o quantomeno tornare a conquistare territori attualmente sotto l'egida dei russi e sedersi così al futuro tavolo negoziale da una posizione di maggiore forza

 Kiev può ribaltare le sorti del conflitto in Ucraina, o quantomeno tornare a conquistare territori attualmente sotto l’egida dei russi e sedersi così al futuro tavolo negoziale da una posizione di maggiore forza. La ragione principale di questo possibile cambio di scenario si chiama Himars – High Mobility Artillery Rocket Systems, il sistema di lanciarazzi multiplo leggero made in Usa consegnato alle forze armate ucraine. Grazie agli Himars, ad esempio, gli ucraini hanno potuto bombardare il ponte Antonivskiy a Kherson che ora – spiega l’intelligence britannica – “è praticamente tagliata fuori dagli altri territori occupati”. E proprio partendo dal centro abitato politicamente più significativo occupato dalla Russia la controffensiva ucraina può “prendere slancio”.

Kiev può ribaltare le sorti del conflitto grazie all’High Mobility Artillery Rocket Systems, il sistema di lanciarazzi multiplo leggero made in Usa consegnato alle forze armate ucraine (AP Photo)

 Le previsioni delle principali intelligence occidentali sono condivise anche dai maggiori esperti italiani in materia. “Gli Himars sono un’arma molto precisa e, con le quantita adeguate, le forze armate di Kiev possono conquistare terreno”, spiega a LaPresse il generale Vincenzo Camporini. E’ difficile dire se gli ucraini possano cacciare i russi da Kherson – aggiunge – ma è chiaro che ottenendo dei successi sul campo i successivi colloqui con Mosca possono essere impostati su altri termini”. Per il generale Dino Tricarico gli Himars sono un’arma che “si sposa perfettamente” con le “esigenze” delle truppe ucraine in questo momento. “Abbinandoli a un accurato lavoro di Intelligence possono determinare nuovi equilibri”, dice ancora paragonandoli a dei “cecchini”. Allo stesso tempo però – conclude il generale – “la guerra resta un tragico gioco dell’oca” e continua a mancare “una seria iniziativa diplomatica”.

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