I due britannici e un marocchino secondo la corte filorussa non hanno diritto alla protezione dovuta ai prigionieri di guerra

 L’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni unite ha espresso preoccupazione per le condanne a morte emesse da un tribunale filorusso in Ucraina nei confronti di tre stranieri catturati mentre combattevano a fianco delle truppe di Kiev. La portavoce Ravina Shamdasani ha sottolineato che, secondo quanto riferito dall’esercito ucraino, i due cittadini britannici e il cittadino marocchino condannati facevano parte delle forze armate del Paese, quindi “non dovrebbero essere considerati mercenari”. Ha aggiunto che, dal 2015, l’ufficio Onu ha rilevato che le autorità giudiziarie nelle aree dell’est dell’Ucraina in mano ai separatisti russi “non ha rispettato le garanzie essenziali del giusto processo, come l’udienza pubblica, l’indipendenza e l’imparzialità del tribunale e il diritto a non essere forzato a testimoniare”. Shamdasani ha sottolineato: “Processi del genere contro i prigionieri di guerra costituiscono crimini di guerra”. La condanna è stata pronunciata da un tribunale dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, che ha dichiarato i tre colpevoli di aver tentato di destituire violentemente il potere, di attività mercenarie e terrorismo.

 Per il governo britannico, la Russia deve rispondere del “processo-farsa” nei confronti dei britannici Aiden Aslin e Shaun Pinner, condannati a morte per aver combattuto contro le forze armate russe in Ucraina. Il ministro di Stato Robin Walker ha parlato di “un tribunale illegale in un processo-farsa”, aggiungendo che Londra userà “ogni canale diplomatico per ribadire che questi sono prigionieri di guerra che dovrebbero essere trattati di conseguenza”. La Russia, ha affermato Walker, “deve assumersi la responsabilità, secondo la convenzione di Ginevra, del trattamento dei prigionieri di guerra”. Come Aslin e Pinner, anche il cittadino marocchino Brahim Saadoun è stato condannato a morte da un tribunale gestito dai ribelli filorussi nell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, non riconosciuta dalla comunità internazionale. I due britannici erano membri di un’unità militare Ucraina e sono stati catturati a Mariupol.

 La Corte suprema dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk ieri ha condannato a morte mediante fucilazione i tre combattenti stranieri attualmente nelle sue mani. Si tratta dei britannici Sean Pinner e Aiden Aslin e del marocchino Saadoun Brahim. L’accusa è quella di aver partecipato al conflitto come “mercenari” delle formazioni armate ucraine. I tre possono presentare appello entro un mese. 

 L’enclave separatista ha sostenuto che i tre erano “mercenari” non aventi diritto alle consuete protezioni concesse ai prigionieri di guerra. Sono i primi combattenti stranieri condannati dai ribelli ucraini sostenuti dalla Russia. Il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleh Nikolenko aveva già condannato il procedimento come legalmente non valido. “Tali processi farsa – ha detto – mettono gli interessi della propaganda al di sopra della legge e della moralità”. Ha affermato che tutti i cittadini stranieri che combattono nell’ambito delle forze armate ucraine dovrebbero essere considerati ucraini personale militare e come tale protetto.

 I tre uomini hanno combattuto a fianco delle truppe ucraine prima che Pinner e Aslin si arrendessero alle forze filo-russe nel porto meridionale di Mariupol a metà aprile e Saadoun fosse catturato a metà marzo nella città orientale di Volnovakha. Un altro combattente britannico fatto prigioniero dalle forze filo-russe, Andrew Hill, è in attesa di processo. L’esercito russo ha affermato che i mercenari stranieri che combattono al fianco dell’Ucraina non sono combattenti e dovrebbero aspettarsi lunghe pene detentive, nella migliore delle ipotesi, se catturati.

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