La scossa di magnitudo 7.4 ha provocato crolli e vittime

Almeno nove morti, oltre 750 feriti e 127 persone intrappolate. La terra a Taiwan ha tremato quando in Italia era ancora notte, con due forti scosse: la prima con una magnitudo che oscilla tra i 7.2 e i 7.4 gradi, la seconda da 6.5. Entrambe localizzate vicino alla città turistica di Hualien, sulla costa orientale dell’isola. Il sisma è stato avvertito distintamente anche a Taipei, la capitale, provocando il distacco di frammenti del Chiang Kai-shek Memorial Hall, monumento nazionale e attrazione turistica. E ha portato i Paesi vicini, come Giappone e Filippine, a lanciare l’allerta tsunami lungo le coste, revocata soltanto dopo alcune ore. Troppo presto per fare la conta dei danni a Taiwan: il sisma ha portato alla chiusura di scuole e uffici e ha spinto il gigante tecnologico Taiwan Semiconductor Manufacturing Co, tra i maggiori produttori di chip nel Paese, a sospendere le sue attività nel nord.

La macchina dei soccorsi si è subito attivata, tentando di raggiungere le zone più colpite, dove i palazzi hanno subito crolli e altri si sono pericolosamente inclinati. Due F-16 parcheggiati in un hangar della base di Chiashan, sempre nella contea di Hualien, hanno infine riportato lievi danni che tuttavia, secondo il ministero della Difesa, non influiranno sulle loro capacità di combattimento. L’apprensione è legata all’elevato numero di persone intrappolate, 77 di queste sarebbero all’interno dei tunnel di Jinwen e Daqinqshui, che passano sotto le montagne della contea di Hualien. Altre 50 si troverebbero, invece, a bordo di quattro minibus che viaggiavano dal centro di Hualien verso il parco nazionale Taroko.

“Il governo deve garantire l’accuratezza delle informazioni e fornire assistenza tempestiva alle persone bisognose, in modo che le persone possano sentirsi a proprio agio e al sicuro”, ha spiegato in conferenza stampa la presidente uscente di Taiwan Tsai Ing-wen, che ha ringraziato per i messaggi di supporto giunti da numerosi leader. Tra questi il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e il premier giapponese, Fumio Kishida. Entrambi hanno assicurato assistenza a Taipei. Solidarietà anche dalla Cina, principale rivale di Taiwan. Zhu Fenglian, portavoce dell’Ufficio per gli affari di Taiwan del Consiglio di Stato cinese, ha espresso cordoglio nei confronti dei cittadini dell’isola, cui Pechino è disposta a “fornire assistenza in caso di catastrofe”. Zhu ha definito i taiwanesi “connazionali”, come PREVISTO dal protocollo di Pechino che considera Taipei parte del suo territorio. Il disastro, del resto, non cancella le tensioni lungo lo Stretto dove le forze di Taiwan hanno rilevato nove navi e 30 aerei cinesi, 20 dei quali “sono entrati nella linea settentrionale, mediana e nelle zone di identificazione aerea occidentali”.

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