E' stato scoperto per caso esattamente un anno fa e da allora la Marina Militare è all'opera per renderlo innocuo

Sul fondale sabbioso di Termoli c’è un relitto della Seconda Guerra Mondiale, in condizioni pressoché perfette e ancora carico di ordigni e munizioni. E’ stato scoperto per caso esattamente un anno fa e da allora la Marina Militare è all’opera per renderlo innocuo e consentirne il recupero e la successiva esposizione in un museo. “Il mezzo militare è talmente ben conservato che la carica esplosiva costituisce ancora oggi un potenziale rischio” spiega a LaPresse il comandante della Capitaneria di porto di Termoli Andrea Nacarlo.I proiettili sono quelli per obice, arma da fuoco da artiglieria a metà tra un cannone e un mortaio. I sub hanno lavorato già in sei diverse occasioni dal luglio 2021 a oggi. L’ultima operazione in ordine di tempo risale a venerdì scorso, “ma serviranno altre immersioni per completare il lavoro”.Il relitto carico di esplosivo è stato custodito per quasi 78 anni senza che nessuno se ne accorgesse. Fino a quando, il 26 giugno del 2021, un bagnante accompagnato dalla figlia adolescente lo ha scoperto a meno di 5 metri di profondità mentre faceva una semplice immersione a poche decine di metri dalla battigia della spiaggia di Sant’Antonio, lungomare nord di Termoli. Un punto, fra le altre cose, frequentatissimo dai bagnanti, antistante i lidi balneari più affollati della costa.Le verifiche tecniche hanno accertato che si tratta di mezzo anfibio delle truppe alleate inglesi, inabissato per motivi tuttora oscuri durante quello che è passato alla storia come lo sbarco di Termoli, avvenuto all’alba del 3 ottobre 1943, tappa fondamentale nella risalita dell’Italia da parte degli Alleati in guerra contro i nazisti che invece si stavano ritirando.L’ipotesi più probabile è che il mezzo si sia incagliato mentre veniva scaricato da una nave cargo e che sia stato impossibile recuperarlo per farlo arrivare sulla terraferma nei minuti delicati dello sbarco.Dalla sua scoperta è trascorso quasi un anno ma il Dukw (questo il nome tecnico, per la forma che richiama la figura di un’anatra) è ancora insabbiato a poche decine di metri dalla spiaggia, con tutto il suo carico di ordigni e polvere da sparo. “Prima di poter pensare seriamente a spostare il Dukw è necessario che i palombari della Marina portino via ogni traccia di munizioni” aggiunge il comandante di Guardia Costiera.Quanto tempo occorrerà? “Impossibile dirlo. Ogni volta che casse di proiettili per artiglieria pesante vengono prelevate e portate al largo per le esplosioni, se ne trovano altre e il fondo non si vede ancora”. Nel frattempo si pensa a cosa fare una volta che il brillamento degli ordigni sarà ultimato.L’ipotesi più realistica è che il relitto venga affidato alla gestione del Museo internazionale delle Guerre mondiali che sorge proprio in Molise, nella piccola località di Rocchetta a Volturno, provincia di Isernia. I responsabili del museo hanno avanzato una manifestazione di interesse per la futura valorizzazione. Ma c’è anche l’idea di realizzare un sito a Termoli dove poter accogliere i visitatori interessati a osservare da vicino il Dukw e magari conoscerne la storia e i dettagli dello sbarco alleato a Termoli, tappa fondamentale che quasi 80 anni fa contribuì alla liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista. 

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