Le segnalazioni sono "numerose" e arrivano dalle Associazioni territoriali che parlano di "situazioni di difficoltà conseguenti a blocchi di cantieri o per cantieri che non si riescono ad avviare"

 “Quello che è successo in quest’ultimo periodo, a partire dal mese di novembre del 2021, è surreale: si è intervenuti più volte sulla normativa relativa alla cessione del credito e allo sconto in fattura delle detrazioni che nascono da tutti i bonus edilizi (e non solo dal superbonus), riuscendo – con tali interventi – a far bloccare il sistema dei crediti. Insomma, quello che si sta verificando è un disastro annunciato”. Così Confedilizia commenta con LaPresse il blocco dei cantieri per i lavori nei condomini che avevano preso il via con il superbonus. Le segnalazioni sono “numerose” e arrivano dalle Associazioni territoriali che parlano di “situazioni di difficoltà conseguenti a blocchi di cantieri o per cantieri che non si riescono ad avviare”. I condomini e i proprietari in generale “non riescono a trovare agevolmente imprese che possano eseguire i lavori, con lo sconto in fattura o la cessione del credito”. Meccanismi, spiega la confederazione, che di fatto hanno “reso possibile finora l’esecuzione degli interventi, soprattutto in ambito condominiale, con situazioni di condòmini non abbienti”. In questo quadro si inserisce l’emanazione della nuova norma “che prevede l’obbligo di avvalersi, a partire dal 2023 (con scadenze diversificate a seconda dei casi) e per i lavori di oltre 516.000 euro, di imprese con la certificazione Soa”, la certificazione richiesta alle imprese in caso di appalti pubblici. Un’ulteriore “burocratizzazione” che “renderà ancora più difficile reperire soggetti che eseguiranno i lavori nella finestra temporale di vigenza degli attuali bonus”.

 Le recenti aperture introdotte in favore delle banche, con riguardo ai crediti da esse acquisiti, “non potranno certamente sortire grande effetto per il futuro”, assicura Confedilizia, che indica la necessità di un intervento risolutivo che consenta “agli istituti cessionari di liquidare i crediti che hanno accumulato, di modo da poter tornare sul mercato”. Altrimenti, i proprietari di casa “continueranno a non trovare più imprese disposte ad eseguire i lavori, senza considerare i danni generati dal contenzioso che potrebbe nascere a causa di cantieri non avviati oppure non portati a termine”. Allargando lo spettro d’analisi al “post” superbonus, per la confederazione è ora “di rivedere tutto il sistema degli incentivi, unificando le varie tipologie di “bonus” previsti, rendendolo stabile così da permettere ai proprietari di immobili la dovuta programmazione per la realizzazione di importanti interventi, quali quelli relativi al miglioramento sismico e all’efficientamento energetico. Inoltre, bisognerebbe cogliere l’occasione per fare in modo che tutti gli edifici (residenziali e no) e tutti i soggetti possano usufruire degli incentivi”.

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