Resta anche l’opzione del trasferimento di Milan e Inter a Sesto San Giovanni

Uno stadio nuovo e 3 opzioni: dibattito pubblico per orientare il progetto di Milan e Inter, trasferimento dei club a Sesto San Giovanni, oppure società pubblico-privata ‘modello Arexpo’ per una trasformazione del quartiere San Siro che possa prevedere anche la ristrutturazione dell’attuale ‘Meazza’. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, tira dritto: “Se le squadre ritengono di voler vedere altre opzioni sono liberissime ma noi stiamo andando avanti” e “sono convinto che lo Stadio si debba fare nel rispetto delle regole. Il dibattito pubblico non me lo invento io”, dice l’ex manager di Expo riferendosi al rischio che Milan e Inter possano abbandonare per sempre la ‘Cattedrale’ di Populous a San Siro, il progetto architettonico selezionato 4 mesi fa, per migrare invece da Milano e costruire la nuova ‘Scala del Calcio’ a Sesto San Giovanni. Sugli 1,5 milioni di metri quadrati di aree delle ex acciaierie Falck, proprietà della MilanoSesto spa. Dove big dell’immobiliare come Hines e Prelios, con la regia di Intesa Sanpaolo, hanno intenzione di sviluppare per lotti un maxi distretto multifunzionale.

È già in cantiere la ‘Città della Salute e della Ricerca’ che unirà l’Istituto Nazionale dei Tumori e l’Istituto Neurologico ‘Besta’, oltre al nuovo polo ospedaliero-universitario del San Raffaele. Il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano (Lega), è favorevole all’arrivo di rossoneri e nerazzurri: “Lo spazio c’è – dice Di Stefano ed è disponibile, ma per poter prendere una decisione bisogna essere d’accordo in tre: il Comune, la proprietà e le società calcistiche”. La proprietà non svela le carte. Sentita da LaPresse, MilanoSesto non ha “alcun commento” da fornire rispetto a presunti contatti con i due club calcistici. Di certo c’è che l’ex amministratore delegato di MilanoSesto, il manager di lunga data Giuseppe Bonomi, in uscita dalla società a marzo è diventato l’uomo di Milan e Inter per il dossier ‘nuovo Stadio’.

Ma c’è un’altra opzione che comincia a prendere forma in città, la proposta “D’Alfonso-Scalpelli”. Dai nomi dell’ex assessore al Commercio di Milano (Franco D’Alfonso) e quello dell’intellettuale, politico e manager Sergio Scalpelli, che è il consulente per i rapporti con gli enti locali della multinazionale immobiliare Hines e che ha trovato il primo mezzo miliardo di euro per sviluppare le ex aree Falck. La proposta, presentata anche in comune ai consiglieri, prevede la creazione di una società pubblico-privata con Palazzo Marino al 51% del capitale e il restante 49% in mano ai privati. Alla società andrebbero conferiti gli attuali terreni e lo stadio di Milano per patrimonializzarla. La missione: progettare e realizzare la rigenerazione e lo sviluppo dell’intera zona San Siro come distretto sportivo metropolitano. Il modello è quello di Arexpo Spa che da 6 anni gestisce lo sviluppo urbanistico nei terreni dell’Esposizione Universale 2015, di cui il sindaco Sala è stato commissario unico.

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