In Italia, i casi emersi e assistiti nel 2021 dal sistema anti-tratta erano 1.911, in gran parte di sesso femminile. I dati della XII edizione del rapporto diffuso da Save The Children

 In Europa si stima che il traffico di esseri umani produca in un anno 29,4 miliardi di euro di profitti e ben un quarto dei soli 14.000 casi identificati riguardano vittime minorenni, intrappolate in gran parte nello sfruttamento della prostituzione. E’ l’allarme lanciato da Save The Children nel Rapporto ‘Piccoli schiavi invisibili‘, dove si ribadisce come la tratta degli esseri umani sia ancora uno dei mercati illeciti più diffusi e proficui in tutto il mondo, insieme al traffico di droga e armi. I soli casi accertati nel 2020, che hanno dato luogo a procedimenti giudiziari e condanne, riguardano 109.216 vittime nel mondo, un numero che non rappresenta le proporzioni reali del fenomeno in gran parte sommerso, e che è indice della debolezza dei Paesi nel contrastarlo.

 In Italia, i casi emersi e assistiti nel 2021 dal sistema anti-tratta erano 1.911 (con 706 nuove prese in carico nel corso dell’anno), in gran parte di sesso femminile (75,6%), mentre i minori rappresentavano il 3,3% del totale. Tra le vittime assistite, la forma di sfruttamento prevalente è quella sessuale (48,9%), seguita dallo sfruttamento lavorativo (18,8%). Tra i paesi di origine delle vittime prevale la Nigeria (65,6%), seguita da Pakistan (4,5%), Marocco (2,6%), e, tra gli altri, da Gambia (2,5%) e Costa d’Avorio (2,3%), che, sebbene ancora in numeri percentualmente ridotti, si segnala per un trend in crescita negli ultimi anni. Sono infatti di origine ivoriana il 4,6% delle 130 donne e ragazze con figli minori che risultano assistite dal sistema anti-tratta italiano all’8 giugno 2022. Si tratta di giovani donne due volte vittime dello sfruttamento, per gli abusi e spesso i ricatti estremi che fanno leva sulla loro condizione di madri particolarmente vulnerabili. La fascia di età prevalente (45,4%) ha tra i 18 e i 25 anni, ma c’è anche chi ne ha meno di 17.

 Questi sono solo alcuni dei dati in evidenza nella XII edizione del rapporto diffuso oggi dall’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro -, in vista della Giornata Internazionale Contro la Tratta di Esseri Umani che ricorre il prossimo 30 luglio. Il rapporto analizza le condizioni di bambine, bambini, adolescenti e giovani vittime o potenziali vittime di tratta e sfruttamento nel nostro Paese, anche alla luce dell’impatto della pandemia che le ha rese ancora più invisibili e irraggiungibili, perché più sfruttate sessualmente nel chiuso delle case e con l’ausilio della rete, e che le ha costrette spesso ad accettare di svolgere anche altre attività rischiose fuori controllo e sottopagate, in alcuni casi sul limite o fuori dalla legalità.

 Proprio alla rete si affidano i trafficanti, le organizzazioni criminali attive nel traffico di esseri umani si sono adattate alle restrizioni della mobilità transnazionale imposte dal contenimento della pandemia, utilizzando sempre di più lo sfruttamento sessuale in-door e i canali alternativi, come gli ambienti digitali, creando un vero e proprio sistema di e-trafficking. Chat online, social media, agenzie di collocamento online, siti web di assistenza all’immigrazione contraffatti per reclutare potenziali vittime, forum sul dark web, pagamento dei servizi legati allo sfruttamento tramite criptovalute, vengono utilizzati per mettere in atto lo sfruttamento, che può riguardare, oltre alla sfera sessuale e lavorativa, altre forme di sfruttamento. In Italia, per esempio, sono stati registrati nel 2021 5.316 casi di pedopornografia trattati dalla Polizia Postale, con un aumento del 47% rispetto al 2020 (3.243), e 531 minori vittime di adescamento online, con una concentrazione di casi nella fascia 10-13 anni (306).

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