E' successo a Eboli. Il piccolo era in braccio a uno zio

Tragedia a Eboli (in provincia di Salerno) dove un bambino di 15 mesi, Francesco Pio D’Amaro, è morto azzannato da due pitbull.

I cani hanno aggredito il bimbo mentre era in giardino, in braccio a uno zio. La madre è rimasta ferita nel tentativo di intervenire ed è stata trasportata in ospedale ma non è in pericolo di vita. Sono in corso le indagini dei carabinieri per fare chiarezza sulla dinamica dell’accaduto. I due molossi sarebbero di proprietà di un’amica della madre della vittima, 

Sindaco Eboli: “Servizio veterinario prenderà in carico pitbull”

“Il servizio veterinario prenderà in carico entrambi i pitbull“. Lo ha detto il sindaco di Eboli, Mario Conte, arrivando in via Santa Rosa, nella frazione Campolongo. “La famiglia del piccolo è in affitto in questa casa i cui proprietari sono anche i padroni dei due pitbull”, ha affermato. “La famiglia della vittima non aveva rapporti con quei cani, non erano loro a gestirli”, ha aggiunto. Quello che è accaduto stamani “deve essere di monito a chi possiede questo tipo di cane”.

Oipa: “Regolamentare detenzione cani ‘pericolosi”

Si tratta dell’ennesimo caso di cronaca che vede cani molossi o molossoidi aggredire persone, anche in modo letale: solo ieri (domenica) a una donna di 83 anni sono state amputate le braccia dopo essere stata attaccata dai suoi sette cani, amstaff e american bully, in provincia di Padova. L’Organizzazione internazionale protezione degli animali (Oipa) chiede al legislatore di regolamentare la detenzione di determinati tipi di cani che troppo spesso vengono scelti anche da persone non in grado di gestirli correttamente. A livello locale, alcuni Comuni, come quello di Milano, hanno regolamentato la materia prevedendo la concessione di patentini per la detenzione di alcune razze o simil-razze. Come gestire un cane cosiddetto “pericoloso” e cosa dice la legge sulla loro gestione? Risponde l’Oipa, che chiarisce come anzitutto non esista un elenco di cani ritenuti “pericolosi”. Nel 2006 il Ministero della Salute ha emesso un’ordinanza riguardante la “tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani”, nella quale era prevista una lista di razze canine ritenute pericolose. Successive ordinanze hanno poi abolito questo elenco a causa della relativa incertezza e, soprattutto, della discriminazione delle razze.

Cosa succede ai cani in caso di aggressioni

Attualmente la pericolosità di un cane viene determinata a seconda di fatti specifici – spiega l’avvocato Claudia Taccani, responsabile dell’Ufficio legale dell’Oipa -. In caso morsicatura o zuffa tra cani, infatti, il cane e il suo proprietario vengono segnalati al Servizio veterinario Asl, che tiene un registro dei cani dichiarati aggressivi, e sono obbligati a seguire un corso formativo. Il corso è organizzato dal Comune, insieme al Servizio veterinario dell’Azienda sanitaria locale, avvalendosi della collaborazione degli Ordini professionali dei medici veterinari e di associazioni di protezione animale. Le spese sono sostenute dal proprietario del cane “impegnativo”. In caso di pericolosità grave, scatta l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa e l’obbligo di utilizzare il guinzaglio e la museruola nelle strade e nei luoghi aperti al pubblico”. 

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