L'obiettivo principale della 'operazione militare' resta il Donbass. I russi lasciano dietro di sé il disastro

 Cambio di strategia. Le forze russe si ritirano dalla zona di Kiev ma volgono il loro sguardo altrove. Come confermato nei giorni scorsi dagli stessi vertici militari di Mosca l’obiettivo principale resta il Donbass, e in questa chiave deve essere letta la modifica della disposizione delle truppe sul campo. Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nella loro ritirata dalle zone adiacenti a Kiev i russi si lasciano alle spalle “un totale disastro”. L’accusa è quella di minare “case ma anche i corpi delle persone che sono state uccise”. Intanto a dire di Kiev la Russia avrebbe iniziato a spostare truppe in Transnistria “per condurre provocazioni e azioni dimostrative sul confine con l’Ucraina”. La notizia però non viene confermata dalle autorità della Moldova.

 La situazione resta comunque drammatica in tutto il paese a partire da Mariupol dove la Turchia si è offerta di dare un contributo all’evacuazione dei civili via mare tramite un “supporto navale”. Secondo l’agenzia nucleare statale ucraina Energoatom i russi avrebbero inoltre sparato su una manifestazione pacifica di protesta a Enerhodar, città dell’Ucraina meridionale che ospita la più grande centrale nucleare d’Europa. A piangere un altro caduto è anche il mondo dell’informazione. E’ arrivata infatti la conferma della morte del fotogiornalista ucraino Maksym Levin, che risultava disperso da giorni. Aveva collaborato con molte prestigiose testate internazionali. Attualmente seguiva il conflitto per la tv ucraina Hromadkse.

 Sul fronte internazionale, secondo il New York Times, gli Stati Uniti stanno lavorando per trasferire tank di fabbricazione sovietica per rafforzare le difese dell’Ucraina nella regione orientale del Donbass. La funzione di Washington sarebbe quella di “intermediario” per far giungere alle truppe di Kiev carri armati di cui i militari ucraini conoscono il funzionamento. In merito al processo di pace gli Stati Uniti ribadiscono poi che “non spingeranno” l’Ucraina a fare concessioni nei negoziati con la Russia in quanto ogni stato sovrano “ha il diritto di scegliere le proprie alleanze e prendere le proprie decisioni sulla propria sicurezza”. Un concetto che si sposa in pieno con la volonta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ribadisce come “la questione dell’integrità territoriale e della sovranità sono fuori discussione”. Dal Cremlino infine arriva un messaggio all’Europa. L’invito del portavoce di Mosca, Dmitry Peskov, è quello di “smaltire la sbornia da bourbon americano”. Una volta accaduto ciò “sarà tempo per rivalutare le nostre relazioni ed entrare in uno stato di dialogo”.

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