Palermo, 13 mag. (LaPresse) – “I migranti soccorsi dalla Open Arms erano tutti sul ponte, non era possibile fare visite individuali. Il medico di bordo ci mostrò i dati che aveva raccolto e ci disse quali erano i pazienti più gravi. Abbiamo valutato solo alcuni casi: lesioni cutanee, parassitosi, infezioni. Il resto non abbiamo potuto valutarlo. Ricordo che c’erano dei segni di scabbia, una donna aveva ustioni pregresse. Non abbiamo accertato casi di crisi depressive, siamo rimasti troppo poco a bordo. L’equipaggio era molto stanco ma resisteva”. Lo ha detto il medico Cisom Maria Di Natale, teste al processo Open Arms in corso nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo dove è imputato l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini per i reati di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio. Secondo l’accusa, rappresentata in aula dai pm Giorgia Righi e Gery Ferrara, Salvini avrebbe impedito per due settimane lo sbarco di 147 migranti a bordo della nave dell’ong catalana nell’agosto del 2019. Maria Di Natale è un medico Cisom che effettuò un sopraluogo a bordo della nave il 15 agosto 2019.

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