Tra i compiti principali la preparazione a eventuali emergenze sanitarie epidemiche e formazione alle strutture

Un lascito del Covid, perché non si vivano più momenti terribili come quelli della prima ondata del 2020 e per arrivare preparati alle prossime, eventuali pandemie. Nasce a Milano la prima Agenzia nazionale per prevenzione e controllo malattie infettive, progetto su cui la Regione, e in particolare l’assessorato al Welfare diretto da Letizia Moratti, ha investito e creduto. La sede fisica sarà l’ospedale Sacco di Milano, già centro di eccellenza per le malattie infettive, e sarà collegata con nuovo progetto Hera (Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie) che metterà in rete le agenzie dei paesi europei.

I tempi, dicono dalla Regione, sono strettissimi: deadline il 1° di ottobre e con i primi passi da muovere subito nelle strutture già esistenti, in attesa che venga realizzata la nuova sede. Saranno circa 20 le persone che vi lavoreranno all’inizio, numero destinato a salire con l’espansione della struttura.

“E’ un progetto di grandissima rilevanza in quanto è la prima istituita nel nostro Paese. La sua importanza e strategicità è emersa ancora di più dopo la pandemia e quindi sono ancora più felice del risultato raggiunto e che ha anche già avuto il ‘via libera’ del Governo come progetto bandiera e per il quale la Regione Lombardia ha già stanziato 85 milioni di euro”, ha ricordato il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana.

“Non abbiamo nessun segnale che ci siano altre pandemie all’orizzonte, ma sarebbe sbagliato non cogliere quelli che sono i trend europei”, ha spiegato Moratti evidenziando che “se il trend europeo è di avere un’agenzia europea che si occupa di questo, sarebbe illogico che l’Italia e la Lombardia non si candidassero. La Lombardia, essendo stata la più colpita, una regione che ha una forte mobilità e interconnessione col mondo e un elevato numero di abitanti, è una candidata naturale”.

Tra i compiti principali dell’Agenzia, la preparazione a eventuali emergenze sanitarie epidemiche e formazione alle strutture, ricerca e monitoraggio nel campo della prevenzione, della diagnosi e della cura derivanti dalla diffusione di microorganismi. Ed ancora, ricerca di nuove strategie terapeutiche, buon utilizzo dei farmaci antibiotici e contrasto all’antibiotico-resistenza; ricerca e sviluppo di nuovi vaccini e, tra gli altri, attività di ricerca coerentemente con il programma di ricerca sanitaria nazionale e con gli atti di programmazione regionale in materia.

L’agenzia farà ricerca in ambito virologico, immunologico e clinico e ancora, dovrà elaborare sistemi di alert epidemiologici, linee guida, protocolli e strategie di preparedness, compresa la formulazione di nuovi standard per la generazione e raccolta dati e digitalizzazione dei servizi.

“Quando abbiamo avuto i primi dati di Covid abbiamo avuto delle anomalie nell’ambito delle polmoniti ma, visto che non avevamo gli strumenti, non avevamo elementi per capire che ci poteva essere un alert”, ricorda ancora Moratti. “Avere un sistema di allerta di questo tipo servirà ad avere quella possibilità di leggere i dati e capire se ci sono anomalie e rispondere con interventi” idonei.

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