Aveva 91 anni. Nel 2020 era stato colpito da ictus

Mondo del giornalismo e dello sport in lutto. E’ morto a Bellagio, all’età di 91 anni, Gianni Clerici. Nel 2020 era stato colpito da ictus. Un’esistenza, la sua, che ha racchiuso tante carriere: giocatore di tennis, poi giornalista, scrittore e telecronista. Considerato uno dei maggiori esperti di tennis al mondo, tanto da essere inserito nel 2006 nella International Tennis of Fame (secondo italiano presente dopo Nicola Pietrangeli), con Rino Tommasi ha formato una delle coppie di voci sportive più celebri. Da giocatore Clerici, nato a Como nel 1930, ha calcato negli anni ’50 i campi di Wimbledon e Roland Garros, fermandosi sempre al primo turno. Per problemi di salute ha poi dovuto appendere la racchetta al chiodo. Successivamente ha intrapreso la carriera da giornalista: ha collaborato con La Gazzetta dello Sport, Sport Giallo, il Mondo e il Giorno. Ha poi scritto per l’Espresso e la Repubblica, che sarà l’ultimo quotidiano per cui scriverà. Si calcola che abbia scritto più di 6mila articoli sportivi. Clerici ha poi pubblicato vari libri dedicati al tennis, tra cui ‘500 anni di tennis’ (1974), tradotta in molti paesi e considerata una e vera propria ‘bibbia’ di questo sport. Nel 1984 ha dato alle stampe la biografia della pluricampionessa di Wimbledon Suzanne Lenglen.

Nel 2002 lo stile, inconfondibile, delle sue telecronache in coppia con Tommasi gli è valso un articolo celebrativo della rivista ‘Time’. Clerici ha coniato espressioni ricordate ancora oggi: “erba battuta” per sottolineare il rallentamento del fondo erboso di Wimbledon, ‘semiriga’ per indicare l’impossibilità di stabilire con certezza se la pallina fosse dentro o fuori, ‘doppio errore’ al posto di ‘doppio fallo’. Autore anche di romanzi e rappresentazioni teatrali, Clerici è stato definito da Italo Calvino “uno scrittore in prestito allo sport”. Il collega di tante telecronache, Rino Tommasi, lo ribattezzò ‘Dottor Divago’. “Se ne va un pezzo di storia, del giornalismo e del tennis. Un personaggio unico”, è il ricordo di Nicola Pietrangeli a LaPresse. “Qualsiasi suo commento era accettato da tutti, questo vuol dire che c’era un grande rispetto per quello che scriveva. La coppia con Tommasi? E’ come Totò e De Filippo, non potrà mai riproporsi. Non c’è nessun altra coppia che può competere, erano talmente più bravi degli altri”, ha aggiunto. Clerici “ha forgiato un esercito, consapevolmente o inconsapevolmente: un paio di generazioni di appassionati del tennis, e di aspiranti giornalisti di tennis”, lo ricorda ‘Repubblica’. “Ha indicato a tutti noi la strada maestra. E gliene saremo sempre, infinitamente, grati. Ma forse tutto questo è perfino riduttivo per raccontarne la grandezza, la lezione. Non solo di sport, non solo di tennis”.

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