Le celebrazioni sono iniziate con la deposizione di una corona al monumento dedicato alle vittime

Era il 10 aprile del 1991, quando il traghetto Moby Prince entrò in collisione con la petroliera Agip Abruzzo nella rada del porto di Livorno causando, a seguito dell’incendio che divampò, la morte di 140 persone, passeggeri e equipaggio del traghetto. Unico sopravvissuto il giovane mozzo napoletano Alessio Bertrand. Nessun colpevole. A 31 anni dalla tragedia la città di Livorno ha ricordato quella terribile notte, con una lunga manifestazione pubblica che si è svolta per l’intera giornata di domenica. A ricordare l’evento con due messaggi inviati al sindaco, anche i presidenti di Camera e Senato.

Le celebrazioni sono iniziate con la deposizione di una corona al monumento in ricordo delle vittime e una funzione religiosa officiata dal vescovo di Livorno, Simone Giusti. Nel pomeriggio cerimonia in municipio alla presenza del sindaco Luca Salvetti e delle istituzioni, poi corteo che dalle 16.30 ha attraversato la città, da piazza del Municipio fino al porto e la deposizione di un cuscino di rose (donato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella) e di una corona di alloro davanti la lapide che riporta tutti i nomi delle vittime. In serata anche una rappresentazione teatrale per ripercorrere la tragedia e le successive vicende processuali, e il concerto in memoria delle vittime.

Tra i presenti, oltre alle istituzioni, i famigliari delle vittime. Non dimenticare serve a mantenere accesa la memoria storica e a combattere per la verità e giustizia”. Così i presidenti delle due associazioni delle vittime, Luchino Chessa e Nicola Rosetti. “La strage del Moby Prince – spiegano – è passata nella memoria collettiva come un banale incidente: la collisione tra un traghetto e una petroliera per una nebbia improvvisa. Sono serviti 27 anni per spazzare via la melma putrida di verità preconfezionate. È servita una commissione parlamentare – aggiungono – a ribaltare le verità processuali. Ora tutto cambia ma alcuni tasselli dell’intricato puzzle mancano ancora”.

Dopo il processo di primo infatti ci fu l’appello in cui figurano 4 imputati, accusati di omicidio colposo plurimo. Il processo si concluse due anni dopo: la sentenza vide tutti assolti, perché “il fatto non sussiste”. Solo ora, dopo due commissioni parlamentari di inchiesta, la seconda delle quali presieduta da Andrea Romano che dovrebbe concludersi a breve, la verità sembra emergere. Verità e giustizia è anche quello che chiede il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, in un messaggio inviato al sindaco Luca Salvetti. “Nel trentunesimo anniversario del disastro del traghetto Moby Prince – scrive – la prego di far giungere ai familiari delle vittime, ai cittadini e a tutte le Autorità territoriali i sensi della mia vicinanza. Sono certa che il momento commemorativo sarà ancora una volta l’occasione per rinnovare la comune determinazione a cercare le risposte ai drammatici eventi che, dal lontano 10 aprile 1991, chiedono verità e giustizia. Dopo il prezioso lavoro svolto al Senato dalla Commissione di inchiesta istituita nella XVII legislatura – spiega Casellati – l’insediamento di una nuova Commissione monocamerale alla Camera dei deputati testimonia la tenace volontà del Parlamento di continuare ad indagare su quanto accaduto quella sera di trentuno anni fa. La ricerca della verità non può e non deve interrompersi: lo dobbiamo alle 140 vittime innocenti e alle famiglie che non hanno mai smesso di combattere con le armi della testimonianza e dell’impegno civile. Lo dobbiamo anche alla nostra memoria collettiva. Mi auguro che l’importante lavoro di ricostruzione dei fatti che sta proseguendo in Parlamento e nelle competenti sedi giudiziarie possa consentirci finalmente di schiarire le zone d’ombra che da troppi anni circondano questa terribile vicenda”.

Un messaggio simile quello lanciato da Roberto Fico, presidente della Camera. “A trentuno anni da quel terribile disastro – scrive – desidero ribadire, a nome mio e della Camera dei deputati, il sentimento di vicinanza e di solidarietà ai familiari delle vittime e a quanti, da allora, si sono incessantemente impegnati nel promuovere la ricerca di una verità piena ed inconfutabile su quel tragico evento. Lo scorso 12 maggio 2021 la Camera dei deputati ha provveduto ad istituire una Commissione monocamerale di inchiesta, attraverso la quale intende contribuire a fare pienamente luce su dinamiche e responsabilità. Di fronte a tragedie come quella del Moby Prince – conclude Fico – le aspettative di verità e di giustizia non appartengono soltanto ai familiari delle vittime, ma a tutto il Paese”, conclude Fico. 

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