Nel corso dell'audizione protetta hanno ricostruito tutte le fasi dell'agguato sessuale, sistematico e organizzato, di cui sono state vittime

Prima sono state avvicinate con fare amichevole da un paio di ragazzi che parlavano arabo, poi spinte a terra da un gruppo di giovani che si trovava alle loro spalle. A quel punto per le ragazze aggredite la notte di Capodanno in piazza Duomo è iniziato un vero e proprio incubo. Prima sono state spogliate e poi, per diversi minuti, palpeggiate da decine di mani. E solo dopo grida e insistenze sono state liberate. Un modus operandi sempre uguale, che è stato descritto nei dettagli da 6 vittime del ‘branco’ nel corso dell’incidente probatorio davanti al gip Raffaella Mascarino.

Le prime 4 vittime, tutte ventenni, sono state aggredite prima della mezzanotte vicino alla Galleria Vittorio Emanuele. Questa mattina nel corso dell’audizione protetta hanno ricostruito tutte le fasi dell’agguato sessuale, sistematico e organizzato, di cui sono state vittime. Una di loro è stata anche derubata: le sono stati sottratti borsa e cellulare.

In aula, ad ascoltare le loro deposizioni, c’erano due dei giovani arrestati per violenza sessuale di gruppo, lesioni aggravate e rapina, il 18enne Mahmoud Ibrahim e il 21enne Abdallah Bouguedra. Nion era presenbte, invece, il 19enne Abdel Fatah, difeso dall’avvocato Danilo Cilia, sulla cui misura di custodia cautelare si pronuncerà la Cassazione il prossimo 26 maggio. “Il mio assistito non si sente colpevole – ha detto il legale fuori dall’aula – è un povero ragazzo poco più che maggiorenne a cui è piovuta addosso una cosa enorme. Si sente solo e abbandonato e si sente vittima della situazione”.

Proprio il 19enne è accusato di aver preso parte all’aggressione più grave della serata di Capodanno, quella ai danni di una coetanea che è stata praticamente denudata poco lontano dal McDonald’s di piazza Duomo e molestata per diversi, lunghissimi minuti. Tutta la scena è stata ripresa con il cellulare da un’altra ragazza che festeggiava l’arrivo del nuovo anno sotto la Madonnina. Nel video si vede distintamente la studentessa 19enne, che quella sera indossava un piumino rosso, circondata da giovani uomini che la “inglobano” all’interno del loro cerchio e poi la fanno sparire alla vista dei passanti. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha interrotto l’aggressione.

“È ancora molto scossa”, hanno detto gli avvocati Silvia Allai e Carlo Pellegri, i legali che assistono la ragazza e che l’hanno accompagnata in tribunale insieme ai genitori. In aula la giovane ha “confermato” tutti i dettagli dell’aggressione subita, così come ha fatto anche l’amica che ha cercato di aiutarla e che è stata molestata a sua volta. Un terzo amico che era con loro, nel tentativo di sottrarle al branco, la notte di Capodanno si era rotto un braccio.

“Siamo soddisfatti di come ha agito la procura fino ad ora e di come ha agito il gip – hanno detto i legali della ragazza fuori dall’aula – . Sicuramente decidere per l’incidente probatorio, per evitare la vittimizzazione secondaria il più possibile, è sempre la scelta migliore. Per quanto siano fatti molto dolorosi, condotti in questa maniera contengono un po’ di più la sofferenza e il danno per le vittime”.
Si tornerà in aula il 6 maggio, data in cui verranno sentite due turiste tedesche, anche loro molestate la notte di Capodanno in Duomo.

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