La fotografia dell'essere madri in Italia nel rapporto di Save The Children diffuso in occasione della Festa della Mamma

Alla continua ricerca di un equilibrio tra vita familiare e lavorativa, spesso senza supporto e con un carico di cura pesante, aggravato negli ultimi anni a causa della pandemia. È la fotografia dell’essere madri in Italia, scattata da Save The Children nel rapporto diffuso in occasione della Festa della Mamma che si celebra domenica 8 maggio. Un “quadro critico” che riguarda circa 6 milioni di mamme nel nostro Paese, per le quali la crisi del Covid è stata “un acceleratore di disuguaglianze sociali, economiche, educative”. Sul fronte lavorativo, in particolare, le madri hanno pagato “un prezzo altissimo”.

Problemi che si riflettono sul tasso di natalità, che nel 2021 segna l’ennesimo minimo storico dall’Unità d’Italia, con i nuovi nati, secondo i numeri Istat, al di sotto della soglia dei 400mila (-1,3% sul 2020, -31% rispetto al 2008). “Dati purtroppo negativi, a tratti allarmanti” anche per la ministra alle Pari opportunità e alla famiglia Elena Bonetti, secondo cui, con la riforma del Family Act, “mai più una donna dovrà essere costretta a scegliere tra l’essere madre o l’essere lavoratrice”.

Ancora oggi, infatti, le donne italiane scelgono la maternità sempre più tardi, (l’età media è di 32,4 anni) e fanno sempre meno figli, (1,25 la media). Sempre più spesso devono rinunciare a lavorare a causa degli impegni familiari: il 42,6% delle donne tra i 25 e i 54 anni con figli, risulta non occupata con un divario rispetto ai loro compagni di più di 30 punti percentuali. Quando il lavoro riesce ad essere mantenuto, molte volte si tratta di un contratto part-time, come per il 39,2% delle donne con 2 o più figli minorenni. Solo poco più di 1 contratto a tempo indeterminato su 10, tra quelli attivati nel primo semestre 2021, è stato a favore delle donne. Nel solo 2020, inoltre, sono state più di 30mila le donne con figli che hanno rassegnato le dimissioni, spesso per motivi familiari anche perché non supportate da servizi sul territorio, carenti o troppo costosi, come gli asili nido.

Difficoltà che aumentano al Sud. Anche quest’anno, infatti, sono le regioni del Nord ad essere più ‘mother friendly’. Le province autonome di Bolzano e Trento mantengono la prima e la seconda posizione seguite da Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Toscana e Valle d’Aosta. Al contrario, le regioni del Mezzogiorno, assieme al Lazio, si posizionano tutte al di sotto della media, seppure per tutte le regioni del Mezzogiorno il trend globale sembra in sensibile miglioramento.

“Finalmente il nostro Paese ha deciso di investire concretamente nella maternità e nelle opportunità per le donne di conciliare pienamente la scelta della maternità con quella della carriera lavorativa. Lo facciamo grazie alla riforma del Family Act, che entra in vigore proprio il prossimo 12 maggio: questa è quindi una Festa della mamma speciale, che restituisce piena dignità e libertà alle donne” ha evidenziato la ministra Bonetti.

Per la responsabile politiche per l’infanzia di Save the Children, Antonella Inverno “la recessione conseguente alla pandemia è stata definita una ‘shecession’, i dati ci dimostrano che è ancor di più una ‘momcession’. Servono – dunque – misure efficaci, organiche e ben mirate che consentano di bilanciare le esigenze dell’essere madri e quelle dell’accesso e della permanenza nel mondo del lavoro”.

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