L'editore di LaPresse parla soprattutto dell'area video: "Su questo siamo imbattibili per i prossimi 25 anni, aver digitalizzato la storia del mondo dal punto di vista video, usare costantemente gli zainetti, rende tutto più facile"

A questo proposito Durante racconta: “Noi ad esempio abbiamo più di 60 milioni di foto digitalizzate dal 1911 e video che partono dal 1995, tutto digitalizzato: difficile competere con una struttura così grande. I microfoni che si vedono in giro delle varie agenzie sono solo un’operazione di marketing per essere riprese”. E questo è, secondo lui, il futuro: “Chi ha solo il testuale e non presiede Paesi e continenti esteri con giornalisti italiani è destinato alla chiusura. Anche per chi non possiede come noi una distribuzione capillare mondiale in tempo reale. Per gli altri, conterà quante risorse economiche faranno e soprattutto con quale velocità e se solo per l’Italia o per il mondo intero”.

Ancora sul tema del video Durante racconta: “I broadcaster o i newspapers hanno fame di video in tempo reale dei fatti del mondo, oltre chiaramente quelli italiani con zainetti, e noi mi pare che in Italia superiamo i 35. In Italia abbiamo Rai, Mediaset, La7, Sky e il nuovo colosso Discovery a cui facciamo anche i tg, mentre una struttura interna divisa per aree crea le clip di tutto il materiale grezzo che arriva dal mondo e dall’Italia. Questa parte è molto importante poiché pochi sanno che la pubblicità che precede i video su Internet, chiamata prerol, è la più pagata in assoluto”.

Ma LaPresse significa anche radio: “Abbiamo un centinaio di radio a cui facciamo il radiogiornale o 4 o 6 o 8 volte al giorno con il meteo, e sempre questo dipartimento si occupa dei siti Italiani LaPresse.it e Olycom.it appena partito. Ma abbiamo una peculiarità: in ogni paese dove andiamo, apriamo un sito fatto dal posto con giornalisti, e quindi abbiamo Lapresse.us; è in partenza quello della Spagna e quello di Hong Kong. Tutto questo è controllato dalla supervisione del direttore Alessia Lautone e dal condirettore Nicola Assetta”.

L’organizzazione

“Siamo almeno 8 anni avanti agli altri – dice Durante – abbiamo un grande testo con esclusive e molte citazioni dai vari giornali, anche perché abbiamo assunto diversi giornalisti che oggi sfiorano le cento unità, ma soprattutto ho preso un direttore che è una macchina da guerra in perfetta sintonia con l’editore, con gli stessi obbiettivi. Poi, differentemente da tutti gli altri, abbiamo la parte fotografica che occupa un palazzo intero con gli archivisti: fanno ricerche e digitalizzano di continuo foto e video, abbiamo più di 60 milioni di foto digitalizzate, negli anni ho comprato tantissimi archivi e quando posso ne aggiungo uno. Ricordo ancora quando, verso la fine del 1999, diedi ai fotografi le macchine digitali, le prime pesanti e che potevano fare anche i video: tornavano in azienda dicendomi che erano derisi dai colleghi, li prendevano in giro, ma noi mandavamo ai giornali una partita di 100 foto e gli altri 10, era una bella differenza”.

Al giornalista che azzarda di chiamarlo ‘indovino’ risponde: “I più mi riconoscono il merito di arrivare un secondo prima degli altri, gli invidiosi dicono invece che sono stato solo fortunato. Comunque vada, per me va bene. Ma ai giovani dico: studiate, perché nulla è regalato”. Poi, torna sul tema video: “Su questo siamo imbattibili per i prossimi 25 anni, aver digitalizzato la storia del mondo dal punto di vista video, usare costantemente gli zainetti, rende tutto più facile: ricevere in tempo reale le news mondiali, siamo nel presente ma con un piede al futuro. Le faccio un esempio: con queste teche abbiamo fatto un programma in seconda serata su Sky sui reali in 4 puntate per due anni, il 20 settembre in prima serata su Rai 1 uscirà la documentazione voluta dal direttore Zappi “Sofia”. Chiaramente tutto quello che la gente non ha visto è tenuto nelle varie teche italiane ed estere di AP, a settembre per la ricorrenza di un grande uomo che ha lasciato un grande vuoto, l’avvocato Agnelli, andremo su Rai 1 in prima serata”.

Il rapporto con Ap

“Ho avuto e ho la fortuna di avere un’amicizia con il presidente della nostra svolta Gery Pruit, che dal 1 gennaio 2022 ha passato la mano all’attuale presidente Daisy Veerasingham, le voglio bene e glielo dico sempre: è una donna unica, una donna decisa che si pone obbiettivi e li porta a casa, ci troviamo bene insieme, siamo uguali nell’approccio. A fine maggio ero a New York, dove abbiamo la sede centrale a Liberty street, siamo stati a cena una sera e abbiamo parlato di espansione. 48 ore dopo LaPresse entrava nel mercato spagnolo in prima linea e ci integravamo nelle varie aree per dare un servizio migliore ai clienti” spiega Durante. “LaPresse ha mandato in giro nei vari Paesi del mondo dei giornalisti assunti in Italia e li ha inviati nei vari Paesi come corrispondenti, se abbiamo bisogno di copertura video e foto e distribuzione anche satellitare usiamo AP, potenziamo, rispettiamo le regole e i clienti sono felici di apparire in tutto il mondo”.

Come definirebbe LaPresse oggi? “Lo dicono le classifiche che trova in giro, date dai giornali e tv di tutto il mondo: “Prima agenzia multimediale al mondo””. E dove arriverà? “Bè, direi che siamo già arrivati, siamo stati veloci e concreti, dobbiamo continuare su questa strada senza distrarci con il continuo confronto e con la fiducia e la stima che ci ha portato fin qui”.

“Prima di tutto vorrei chiarire un concetto basilare: tutto il mondo lavora ad agosto, solo noi italiani chiudiamo come se questo mese non esistesse – dice ancora Durante – È finita l’epoca in cui la Fiat chiudeva e tutti in spiaggia. L’anno passato, il 16 agosto, ho incontrato a Washinton l’ambasciatrice italiana negli Stati Uniti, dott.ssa Zappia. All’estero siamo derisi per questa nostra concezione ormai preistorica, tutto il mondo spalma le proprie ferie in 12 mesi”.

Poi parla anche della famiglia, rispondendo alla domanda ‘Non le manca?’: “Tantissimo, sono la cosa a cui tengo di più: mia moglie con i suoi due figli e la più grande, Vittoria, che dopo essersi laureata in America, con mille possibilità di accettare contratti sul posto, ha deciso di lavorare per una grande azienda a Londra del gruppo Mediaset”.

ECCO L’INTERVISTA INTEGRALE 

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