I misteri del mondo conosciuto e “quello che non sappiamo di sapere”. Fino all’11 dicembre l’Esposizione Internazionale riunisce mostre e progetti che coinvolgono 400 artisti, designer e architetti, provenienti da più di 40 paesi. L’universo più lontano e oscuro, il fondo degli oceani: mostre, installazioni ed eventi che portano a una festa secolare.
L’Esposizione Internazionale di Triennale Milano, che nel 2023 festeggerà i cento anni della sua fondazione, è uno degli appuntamenti più importanti dedicati al design e all’architettura in campo internazionale ed è promossa da Triennale in collaborazione con il Bureau International des Expositions (BIE) e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
La 23ª Esposizione Internazionale affronta il tema dell’ignoto, interrogandosi sui misteri del mondo conosciuto e aprendo uno spazio di riflessione su “quello che non sappiamo di non sapere”. Unknown Unknowns propone uno sguardo nuovo sullo sconosciuto, non attraverso polarizzazioni – luce/buio, pieno/vuoto, scienza/arte –, ma come occasione di indagine: dall’universo più lontano alla materia oscura, dal fondo degli oceani all’origine della nostra coscienza. L’ignoto diventa così una dimensione da vivere, non più in antagonismo con ciò che non conosciamo, ma come elemento di stupore di fronte alla vastità di ciò che ci sfugge.
L’Esposizione riunisce mostre e progetti che coinvolgono 400 artisti, designer, architetti, provenienti da più di 40 paesi; 23 partecipazioni internazionali, con una forte presenza del continente africano, rappresentato da 6 padiglioni nazionali (Burkina Faso, Ghana, Kenya, Lesotho, Repubblica Democratica del Congo e Ruanda). Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, afferma: “La grande e plurale costellazione di mostre, installazioni ed eventi di Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries non ha l’ambizione di conquistare gradualmente il vasto territorio che sfugge alla nostra conoscenza. Vuole piuttosto esplorarlo con l’attitudine di chi sceglie, in primo luogo, la sfida dell’empatia, capacità esclusivamente umana di mettersi negli occhi degli altri soggetti viventi e di mappare, da queste variegate angolature, i bordi dell’ignoto contemporaneo. Quello che non sappiamo di non sapere non è la constatazione di un limite, ma la percezione di una forma di conoscenza che rispetta l’ignoto, a volte abbracciandolo, a volte attraversandolo, a volte eludendolo. Ma sempre accettandolo come presenza costante della nostra vita.”
Progetti e opere d’arte sull’ignoto in mostra alla Triennale di Milano fino a dicembre
In linea con la tradizione delle Esposizioni Internazionali di Triennale, la 23ª edizione include la mostra tematica – curata da Ersilia Vaudo, astrofisica e Chief Diversity Officer all’Agenzia Spaziale Europea – e una sezione dedicata alle partecipazioni internazionali, sollecitate sotto l’egida del Bureau International des Expositions attraverso canali governativi. Francis Kéré – premiato con il Pritzker Architecture Prize 2022, il più importante premio internazionale per l’architettura – ha realizzato quattro installazioni sulle immagini e le voci del continente africano che scandiscono il percorso di visita, dall’esterno all’interno di Triennale. Oltre a quella tematica, la 23ª Esposizione Internazionale ospita altre due grandi mostre: Mondo Reale, ideata da Hervé Chandès, Direttore Artistico Generale della Fondation Cartier pour l’art contemporain, e La tradizione del nuovo, curata da Marco Sammicheli, Direttore del Museo del Design Italiano di Triennale.
Parte integrante della manifestazione sono inoltre le installazioni e i progetti speciali che coinvolgono gli storici dell’arte Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, il musicista e scrittore Francesco Bianconi, il filosofo Emanuele Coccia, la ricercatrice e docente del Dipartimento ABC del Politecnico di Milano Ingrid Paoletti, l’artista e Grand Invité di Triennale 2021-2024 Romeo Castellucci, il maestro dell’architettura e del design Andrea Branzi, con l’architetto Lapo Lani.
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