Proteste dei politici dell'opposizione e dellle Ong che hanno condannato la mossa come disumana

Un accordo per trasferire i migranti irregolari è annunciato dal Regno Unito. Secondo il piano, i migranti irregolari che cercano di entrare nel Paese su camion o piccole imbarcazioni saranno portati in Ruanda, a 6.400 chilometri di distanza. La marina militare britannica si occuperà anche di pattugliare il canale della Manica contro l’immigrazione illegale, subentrando alla Border Force. Accordo che ha scatenato le proteste dei politici dell’opposizione e dellle Ong che hanno condannato la mossa come disumana, impraticabile e uno spreco di denaro pubblico.

I critici hanno accusato il primo ministro Boris Johnson di aver utilizzato la questione per distrarre l’attenzione dallo scandalo del ‘partygate’ sulle feste che hanno violato le regole del lockdown a cui hanno partecipato membri del governo e il premier stesso. Il governo ruandese ha affermato che l’accordo sarebbe inizialmente durato cinque anni e la Gran Bretagna ha versato 120 milioni di sterline per coprire l’alloggio e l’integrazione dei migranti.

“Chiunque entri illegalmente nel Regno Unito potrà ora essere trasferito in Ruanda”, ha detto Johnson, che ha negato che il piano fosse “privo di compassione“, ma ha riconosciuto che avrebbe inevitabilmente affrontato sfide legali e non sarebbe entrato in vigore immediatamente.

Il Ruanda è la nazione più densamente popolata dell’Africa e la competizione per la terra e le risorse ha alimentato decenni di tensioni etniche e politiche, culminate nel genocidio del 1994 in cui furono uccisi più di 800.000 tutsi, e gli hutu che si opposero e cercarono di proteggerli. Johnson ha insistito sul fatto che il Ruanda si è “totalmente trasformato” negli ultimi due decenni. Ma i gruppi per i diritti umani hanno ripetutamente criticato l’attuale governo.

“Inviare persone in un altro stato, tra l’altro uno stato che presenta una situazione dei diritti umani negativa, per l’esame delle loro domande di asilo politico rappresenta il massimo dell’irresponsabilità e mostra quanto, in materia di asilo, il governo britannico sia lontano dall’umanità e dalla realtà“, ha attaccato il direttore del programma Diritti dei migranti e dei rifugiati di Amnesty International Regno Unito, Steve Valdez-Symonds.

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