Mosca parla di colloqui costruttivi e possibile adesione dell'Ucraina all'Ue, Kiev offre neutralità ma chiede garanzie internazionali sulla sicurezza

Un nuovo round di negoziati tra le delegazioni di Mosca e Kiev si è svolto questa mattina a Istanbul, nel palazzo Dolmabahce. L’Ucraina ha presentato una proposta scritta in cui si accetta lo status neutrale in cambio di precise garanzie di sicurezza. Mosca ha affermato che il presidente russo Vladimir Putin valuterà l’offerta e ha annunciato una riduzione radicale dell’attività militare su Kiev e Chernihiv per accrescere la fiducia reciproca e facilitare le condizioni per un accordo. I colloqui sarebbero dovuti durare due giorni ma la Turchia ha affermato, al termine della prima giornata, che non proseguiranno domani. L’incontro, aperto dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, è durato circa tre ore, dalle 10 alle 13. Al tavolo era presente anche l’oligarca russo Roman Abramovich, al centro di un giallo su un sospetto avvelenamento durante un precedente incontro tra le parti. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha avvertito i negoziatori di non mangiare né bere durante i colloqui con la Russia e di evitare di toccare qualsiasi superficie.

 

LE RICHIESTE DI KIEV –

La delegazione dell’Ucraina ha affermato che Kiev è disposta a diventare neutrale rinunciando al nucleare e all’ingresso in alleanze militari, inclusa la Nato, in cambio di appropriate garanzie di sicurezza. Il modello proposto è simile a quello previsto dall’articolo 5 del trattato della Nato. In particolare prevede che ci siano dei Paesi garanti della sicurezza dell’Ucraina e che, in caso di attacco, Kiev abbia il diritto di convocare un vertice di emergenza con questi entro tre giorni. Se il vertice non dovesse essere risolutivo, i Paesi garanti forniranno armi e assistenza militare all’Ucraina incluse forze armate, armamenti, e la chiusura dei cieli. Escluse dal meccanismo delle garanzie di sicurezza internazionale sarebbero sia la Crimea che le autoproclamate repubbliche popolari di Luhansk e Donetsk. Per la Crimea, l’Ucraina ha proposto colloqui bilaterali sul suo status con Mosca per 15 anni.

IL REFERENDUM –

Il capo negoziatore di Kiev Mykhailo Podolyak ha chiarito che l’Ucraina potrà firmare l’accordo internazionale sulle garanzie di sicurezza solo dopo un referendum nazionale. Dopo il referendum, seguirebbe la ratifica da parte dei parlamenti dei Paesi garanti della sicurezza e del Parlamento dell’Ucraina.

 

I PAESI GARANTI DELLA SICUREZZA DELL’UCRAINA –

La delegazione di Kiev ha elencato i Paesi che vorrebbe diventassero garanti della sicurezza dell’Ucraina. Questi sono: Stati Uniti, Regno Unito, Cina, Francia, Turchia, Germania, Canada, Italia, Polonia e Israele. David Arakhamia, membro della delegazione ucraina, ha spiegato che sono in corso negoziati con i paesi potenziali garanti e che alcuni di questi hanno già dato un’approvazione in via preliminare.

 

LA POSIZIONE DI MOSCA –

La delegazione di Mosca, che ha definito i colloqui costruttivi, ha riferito di aver ricevuto le proposte dell’Ucraina che saranno presentate al presidente Vladimir Putin. Successivamente la Russia risponderà. Per accrescere la fiducia reciproca e creare le condizioni necessarie per ulteriori negoziati e per raggiungere l’obiettivo finale di concordare la firma di un accordo, Mosca ha deciso di ridurre radicalmente l’attività militare nella direzione di Kiev e Chernihiv.

PUNTI IN COMUNE –

Secondo le dichiarazioni rilasciate dalle rispettive delegazioni, Mosca e Kiev sarebbero d’accordo sulla possibilità dell’Ucraina di aderire all’Unione europea. Il capo dei negoziatori russi Vladimir Medinsky ha detto che la Russia non si oppone al desiderio di Kiev di aderire all’Ue.

IL RUOLO DI ABRAMOVICH –

Al tavolo dei negoziati a Istanbul era presente anche l’oligarca russo Roman Abramovich, che prima dell’inizio dei negoziati ha parlato con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Il Cremlino ha chiarito che Abramovich non è un membro ufficiale della delegazione russa, ma è coinvolto nel garantire i contatti tra Mosca e Kiev e che la sua partecipazione è stata approvata da entrambe le parti.

ERDOGAN ‘IL MEDIATORE’ –

Prima dei colloqui il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si è rivolto alle delegazioni chiedendo il cessate il fuoco e assicurando che con una pace giusta non ci sarà nessuno sconfitto. Il leader ha definito legittime le preoccupazioni di entrambe le parti e ha espresso la speranza di risultati concreti dalla trattativa. Erdogan si è poi detto disposto a ospitare un vertice tra Putin e Zelensky. La delegazione di Kiev ha definito possibile l’incontro, ma Mosca ha chiarito che questo si potrà tenere solo quando l’accordo tra le parti sarà pronto.

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