La decisione annunciata in serata dal premier davanti al Consiglio dei Ministri dopo il mancato voto del Movimento 5 Stelle al Dl Aiuti in Senato su cui il Governo aveva posto la fiducia

“Questa sera rassegno le dimissioni, non c’è più maggioranza che mi ha sostenuto”. Lo ha annunciato il premier Mario Draghi in una nota dopo che in giornata si era paventato l’inizio della crisi. Il M5S non ha partecipato al voto sulla fiducia al Dl Aiuti in Senato, ma ì Sì hanno comunque prevalso: 172 contro 39 no. Tuttavia il presidente del Consiglio era salito al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, prima di tornare a Palazzo Chigi dopo un’ora di colloquio.  Con l’aria di crisi paga dazio Piazza Affari che ha fatto segnare un pesante -3,44%. Sopra quota 200 lo spread.

 La Fiducia al Senato per il Governo nel pomeriggio sul Dl aiuti era passata con 172 sì al Dl Aiuti, 39 i voti contrari, il Movimento Cinque Stelle non ha però partecipato. Tutti assenti: il gruppo M5S al Senato – come annunciato – non ha partecipato compatto alla prima chiama sul voto di fiducia posta dal governo sul decreto legge Aiuti. Dei senatori M5S (diventati 61 dopo l’addio di Cinzia Leone) chiamati a votare la fiducia al dl Aiuti a palazzo Madama, 15 erano in missione – tra cui il ministro Stefano Patuanelli – e 46 gli assenti effettivi. È quanto si evince dai tabulati della seduta.

“Il M5s ha dato sostegno a questo governo sin dall’inizio con una votazione. Tutti gli iscritti sono stati invitati a sostenere questo governo per la transizione ecologica e giustizia sociale, per questi obiettivi. Se poi si crea una forzatura è un ricatto per cui si mettono norme che sono contro la transizione ecologica in un decreto che non c’entra nulla, voi capite che noi per nessuna ragione al mondo daremo voti per nuove trivellazioni, per costruire inceneritori. È nel nostro dna, ma eravamo chiari fin dall’inizio. Se qualcuno ha operato una forzatura si assuma la responsabilità di questa pagina che è stata scritta ieri, la cui introduzione era nel Cdm quando i nostri ministri sono stati costretti a non partecipare al voto”. Così il presidente del M5S, Giuseppe Conte, intercettato dai cronisti all’arrivo nella sede del Movimento.

Matteo Salvini ha lasciato gli uffici del Senato per mettere a punto una proposta di pace fiscale. Sul tavolo c’è anche un intervento fiscale ad hoc per le famiglie: “Ci sta lavorando la squadra di esperti della Lega”, rende noto il Carroccio in un comunicato. “Questa maggioranza si regge su un patto: superare insieme un’emergenza che non è finita e condiziona ancora pesantemente la vita degli italiani. Mettere in crisi quel patto è sbagliato e crea un effetto a catena pericoloso. Ha ragione Enrico Letta, serve una verifica”. Così il sottosegretario agli Affari europei, Enzo Amendola (Pd), su Twitter.

“Proroga del taglio delle accise su benzina e gasolio; bonus di 200 euro per 28 milioni di lavoratori e pensionati; estensione del bonus energia per i nuclei familiari poveri: queste le principali misure del decreto su cui il M5S oggi ha aperto la crisi di governo”. Così il ministro per il Sud, Mara Carfagna, su Twitter. “Assistiamo con totale incredulità a sviluppi politici che palesemente ignorano sia gli impegni che il Governo ha assunto con la sua maggioranza e con il Paese, sia l’emergenza della situazione internazionale e il ruolo di primo piano del governo italiano in Europa e nella Nato. Sono manifestazioni di totale irresponsabilità che ci lasciano senza parole”. Così il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi a margine dell’Assemblea di Confindustria Valle d’Aosta ‘ULTREYA. Andiamo avanti’.

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