Primo turno delle legislative: il presidente rischia di perdere la maggioranza assoluta in Parlamento

È una vittoria, ma sembra quasi un pareggio, quella della coalizione Ensemble! del presidente francese Emmanuel Macron sull’alleanza delle sinistre Nupes, guidata da Jean-Luc Mélenchon, al primo turno delle elezioni legislative francesi. Ensemble! ha ottenuto il 25,75% dei voti (pari a 5.857.558), appena lo 0,09% rispetto alla Nupes, con il 25,66% (pari a 5.836.116). Per Macron significa il rischio di perdere la maggioranza assoluta in Parlamento, e quindi la forza per portare avanti la sua agenda presidenziale. Mentre l’astensione è stata da record al 52,49%, la percentuale di scarto tra i due primi partiti è di soli circa 21mila voti: lo schieramento guidato dal leader de La France Insoumise ha presto denunciato una “manipolazione” del ministero dell’Interno, orchestrata per portare in vantaggio la maggioranza.

“Hanno ingannato”, ha riassunto l’eurodeputato ecologista di EELV, David Cormand, a France Info. L’accusa è che non sarebbero stati conteggiati tutti i voti a favore della Nupes, in particolare nei territori di Oltremare. Il governo, tramite il ministro dei Conti pubblici Gabriel Attal, anche lui candidato, ha respinto le accuse: tentano “sistematicamente di mettere in dubbio le cifre”, lo fanno in politica come in altri campi.

Poco dopo le chiusure delle urne, domenica, Mélenchon aveva sancito: “Il partito presidenziale è battuto e sconfitto. Per la prima volta nella Quinta Repubblica, un presidente neoeletto non riesce a ottenere la maggioranza nelle legislative”. Le proiezioni in vista del secondo turno (domenica 19 giugno) prevedono che Ensemble! mantenga una maggioranza con 255-295 seggi in Parlamento, mentre la Nupes ne abbia 150-210.

Dalla conquista dei 289 seggi su 577 per la maggioranza assoluta dipenderà la necessità di stringere alleanze. Il leader della sinistra ha invitato il popolo francese a “insorgere” il 19 giugno, mentre la portavoce del governo Olivia Grégoire ha detto: “La maggioranza resiste”, “se esser leggermente in testa è esser fragili, non mi è chiaro cosa sia la fragilità”. Le Monde ha riassunto: “La maggioranza assoluta di Macron è minacciata”. E la prima ministra Borne ha commentato, guardando al ballotaggio: “Di fronte alla situazione nel mondo e alla guerra alle porte dell’Europa, non possiamo rischiare l’instabilità: di fronte agli etremismi, non cederemo”.

Tra gli altri partiti, l’estrema destra di Marine Le Pen, Rassemblement National (RN), ai seggi è arrivata al 18,6%. L’11% è andato ai Républicains, il 4,1% a Reconquete di Erik Zemmour. Potenziali alleati molto difficili per Macron se avrà bisogno di alleanze. Al primo turno, intanto, solo cinque deputati sono stati eletti direttamente, quattro della Nupes e uno di Ensemble!. Tutte le altri candidate e gli altri candidati andranno al ballottaggio. Tra loro tutti e 15 i ministri del governo Macron in cerca di conferma mentre, come previsto dall’Eliseo, chi sarà sconfitto dovrà lasciare l’esecutivo. Solo alcuni arriveranno al secondo turno con un successo al primo, come la prima ministra Elisabeth Borne e il ministro dell’Interno Gérald Darmanin. Anche Le Pen sarà di nuovo in corsa il 19, mentre non sarà così per l’altro candidato di estrema destra Zemmour, candidato nel Var ed escluso al primo turno.

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