Il Ministro Di Maio. "Misura, assunta in accordo con altri partner europei e atlantici, si è resa necessaria per ragioni legate alla nostra sicurezza nazionale". L'Italia segue la linea dura del resto dell'Europa

 L’Italia segue la linea dura del resto dell’Europa ed espelle trenta diplomatici russi “in quanto persone non grate”. La notizia arriva di prima mattina per bocca del ministro Luigi Di Maio. “Questa misura, assunta in accordo con altri partner europei e atlantici, si è resa necessaria per ragioni legate alla nostra sicurezza nazionale, nel contesto della situazione attuale di crisi conseguente all’ingiustificata aggressione all’Ucraina da parte della Federazione russa”, spiega il titolare della Farnesina. A quanto si apprende da fonti qualificate alcuni sarebbero agenti dei servizi segreti di Mosca e i sospetti – spiegano le stesse fonti – portano a ritenere che avrebbero svolto attività di spionaggio nel nostro Paese.

 La reazione russa è immediata. Il ministero degli Esteri annuncia una risposta “appropriata” ma è dall’ambasciata di Mosca in Italia che arriva un commento meno stringato e più duro. “L’ambasciatore (Sergey Razov, ndr) ha esplicitamente espresso la protesta contro la decisione immotivata della parte italiana che porterà a un ulteriore deterioramento delle relazioni bilaterali”. I diplomatici – viene spiegato – dovranno lasciare il territorio italiano entro 72 ore. Un passo che – viene ribadito – “non rimarrà senza risposta da parte russa”.

 La decisione porta anche a qualche botta e risposta all’interno del governo. Il premier Draghi parla di una scelta “presa in accordo con altri partner europei e atlantici”. Secondo il presidente del Consiglio, “Putin, le autorità e l’esercito russo dovranno rispondere delle loro azioni”. L’invito al capo del Cremlino è lo stesso espresso nel corso della telefonata intercorsa nei giorni scorsi ovvero “porre fine alle ostilità, interrompere le stragi di civili e dare questo cessate il fuoco”. Sull’espulsione dei diplomatici russi si smarca invece Matteo Salvini. Secondo il leader della Lega le guerre si risolvono “con la diplomazia, con il dialogo, con il buonsenso e con il confronto”. Fonti del Carroccio contattate da LaPresse rincarano la dose. “La Farnesina avrà fatto le sue valutazioni ma la storia insegna che la pace non si raggiunge espellendo i diplomatici”, spiegano. Pronta la controreplica del ministro Di Maio. “Evito di rispondere alle provocazioni – dichiara da Berlino – l’azione del governo italiano mira al raggiungimento della pace. Ci stiamo impegnando in questa direzione ogni giorno. Allo stesso tempo, abbiamo la necessità di tutelare i cittadini italiani. Abbiamo agito, infatti, per questioni di sicurezza nazionale”.

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