Il leader di Azione: "È necessario rispondere a questa sfida antieuropea mettendosi direttamente in gioco"

La discesa in campo alle Europee della premier Giorgia Meloni, che già era nell’aria ma che è stata ufficializzata a Pescara dal palco della conferenza programmatica di FdI, cambia le prospettive politiche in vista dell’appuntamento elettorale del 8 e 9 giugno. La prima conseguenza, quasi immediata, è che anche il leader di Azione, Carlo Calenda, decide di candidarsi in tutte le circoscrizioni, assieme a Elena Bonetti. “La discesa in campo della Presidente del Consiglio e la sua piattaforma antieuropea e sovranista, cambiano completamente lo scenario”, dice lo stesso Calenda, che spiega: “Dobbiamo opporci con tutti i mezzi al progetto di ‘una piccola Italia in una piccola Europa’ di Giorgia Meloni. È necessario rispondere a questa sfida antieuropea mettendosi direttamente in gioco. Dopo aver consultato il direttivo del partito, io ed Elena Bonetti abbiamo deciso di accettare la sfida e candidarci insieme in tutte le circoscrizioni”.

Dalle opposizioni arrivano attacchi diretti alla premier dopo il suo discorso di 73 minuti, in cui annuncia la candidatura. “Un’ora di discorso – dice la segretaria del Pd, Elly Schlein – senza nemmeno nominare la sanità pubblica e le infinite liste d’attesa che si allungano per i suoi tagli. Senza nemmeno citare i salari bassi, la precarietà, la sicurezza sul lavoro di fronte a 1041 morti nel 2023. Giorgia Meloni è nel paese delle meraviglie, seppellisce i problemi sotto un fiume di retorica”. Secondo Schlein, “ha perso il contatto con la realtà”.

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, resta sulle sue posizioni: “Giorgia Meloni chiede di votarla per le Europee ma sa perfettamente che non andrà al Parlamento Europeo. A lei non interessa contare davvero in Europa: le serve contarsi in Italia. Non è una statista, è un’influencer”. Il presidente del M5S, Giuseppe Conte, lancia un appello: “Fermiamola!”. “‘Con Giorgia L’Italia cambia l’Europa’: per una volta la premier ha ragione. Le abbiamo lasciato un’Italia – scrive Conte sui social – che riportava a casa 209 miliardi del Pnrr per infrastrutture, investimenti, sanità.

Nemmeno il tempo di arrivare a Bruxelles da premier, ha dato l’ok a un accordo con tagli da 13 miliardi l’anno che colpiranno le tasche degli italiani, i servizi, la sanità, le scuole con un’onda di austerità. Da ‘patriota’ a Re Mida al contrario: quel che tocca distrugge”. Dal palco della kermesse di FdI, in mattinata è il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a difendere la scelta della premier: “Secondo me l’importante è la chiarezza. Se Meloni dicesse ‘votatemi che magari poi ci vado in Europa’, allora sarebbe inaccettabile. Ma se lei dice ‘mi candido per portare in Ue da presidente del Consiglio la testimonianza che ho una fetta grossa di italiani al seguito e do più autorevolezza all’Italia’, allora grazie Giorgia che ti candidi”.

Nel suo intervento, La Russa tocca vari temi, a partire dalla polemica sullo scrittore Antonio Scurati: “Già fa un sacco di soldi parlando di Mussolini, non c’è bisogno che lo aiutiamo anche noi. Mi aspetto la sua trilogia su Stalin, sono curioso, un uomo illuminato come Scurati”. “Io personalmente”, aggiunge La Russa, il monologo di Scurati “lo avrei mandato in onda” sulla Rai “ma non gli avrei dato neanche una lira”. Sulla questione del dirsi o non dirsi ‘antifascista’, La Russa chiosa: “I valori in positivo della Resistenza e dell’antifascismo sono nella prima parte della Costituzione. Anche se la parola antifascista non c’è. Se si intende un no deciso alla dittatura e un no deciso al nostalgismo, certamente mi potete definire antifascista. Poi c’è l’antifascismo militante degli anni ’70 che è un’altra cosa”. Quanto alle parole di Roberto Vannacci sulle classi per disabili, La Russa conclude: “Buon per lui che non ha un bambino portatore di handicap, altrimenti capirebbe di aver detto una sciocchezza. Gli auguro di non avere figli, nipoti, parenti portatori di handicap”. Intanto, a proposito di candidature alle Europee, martedì 30 aprile il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini presenterà il suo libro ‘Controvento’ a Roma proprio con il generale, designato capolista per la Lega nella circoscrizione di sua residenza, ovvero l’Italia centrale.

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