Nei prossimi 12 mesi ad attendere le piccole imprese di turismo e terziario, secondo Confesercenti, ci sarà una maxi-bolletta da 11 miliardi di euro: una stangata che potrebbe mettere fuori mercato 90mila attività

Nei prossimi dodici mesi ad attendere le piccole imprese di turismo e terziario ci sarà una maxi-bolletta da 11 miliardi di euro, quasi 9 in più rispetto all’anno prima. Senza un intervento immediato per attutire l’impatto degli aumenti di energia e gas, sarà una stangata insostenibile che metterà fuori mercato 90mila attività. È l’allarme che lancia Confesercenti, che sulla base delle tariffe attuali di luce e gas ha calcolato l’aggravio dei costi che dovranno sostenere le imprese con meno di 20 dipendenti che operano nel turismo e negli altri comparti del terziario, dal commercio ai servizi.  Come ricorda invece l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, se a causa dei rincari di luce e gas molte imprese sono a rischio chiusura, altre invece, “sfruttando” questa congiuntura così negativa, hanno registrato fatturati da capogiro, con ricavi cresciuti del 60% nei primi cinque mesi del 2022 rispetto a un anno fa.

Confesercenti sottolinea che a pagare la bolletta più salata saranno le imprese del comparto della ristorazione, che si troveranno a spendere, a parità di consumi, quasi 2 miliardi di euro in più (+1.944 milioni), mentre per i bar e le altre attività senza cucina l’aggravio sarebbe di poco più di un miliardo di euro (+1.045 milioni). Di grande rilevanza sarà anche l’impatto sulla ricettività alberghiera: per hotel, pensioni e alberghi di piccole dimensioni l’esborso aggiuntivo sarà di oltre 1,5 miliardi di euro (+1.575 milioni). Per i negozi di vicinato, invece, il caro-bollette costerà 912 milioni di euro in più, mentre l’aumento di spesa per i distributori di carburante italiani sarà di +436 milioni di euro in dodici mesi. “Senza sostegni, il sistema delle piccole imprese rimarrà schiacciato dall’aumento di costi. Il governo in carica agisca utilizzando tutti i poteri di cui dispone”, avverte Patrizia De Luise, Presidente nazionale di Confesercenti. Ma a essere colpiti saranno anche i consumi. Bollette e inflazione stanno spingendo le famiglie a ridistribuire il budget, in un quadro condizionato dall’aumento delle spese fisse. La quota di spesa media mensile impegnata dalle spese di casa e dalle utenze (abitazione, acqua, elettricità e gas), passa dal 37,4% del 2021 al 38% del 2022, e anche l’incidenza della spesa per trasporti aumenta di 0,7 punti. A farne le spese sono praticamente tutte le altre voci, con diminuzioni registrate da bevande, abbigliamento e calzature, comunicazione, ricreazione, spettacoli e cultura, persino spese per la salute.

La Cgia spiega in un report che la tendenza dei rincari è legata all’andamento dei prezzi delle materie prime negli ultimi anni. “Con riferimento al periodo gennaio-maggio, la crescita del fatturato delle imprese del settore energetico nel 2019 è stata del +0,5 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; successivamente, in piena pandemia i ricavi invece sono crollati del 34,6 per cento (gennaio-maggio 2020 sullo stesso periodo anno precedente); diversamente, nei primi 5 mesi del 2021 la variazione è stata del +19,6 per cento. Quest’anno, infine, il fatturato ha subito una impennata impressionante che è stata del +60 per cento“, si legge nel report della Cgia di Mestre. Cgia ricorda che “con il decreto Aiuti le imprese energetiche sono state obbligate ad applicare un’aliquota del 25 per cento sugli extraprofitti ottenuti grazie all’aumento dei prezzi di gas e petrolio. Dei 4,2 miliardi di euro attesi con la prima rata, lo Stato ha incassato poco meno di 1 miliardo. Se la nuova norma per recuperare queste mancate entrate inserita nel decreto Aiuti bis non dovesse avere effetto, l’erario potrebbe perdere quest’anno oltre 9 miliardi dei 10,5 previsti con l’introduzione di questa tassazione sugli extraprofitti”. Secondo De Luise servono “interventi mirati per le attività di minori dimensioni. Fino ad ora si è intervenuto soprattutto a favore delle imprese medio-grandi: il credito di imposta, ad esempio, è destinato solo ad utenze sopra i 16,5 kW di potenza. Occorre, invece, ampliarlo ed estenderlo anche alle piccole, prorogando gli interventi di sostegno almeno fino al 31 dicembre 2022; ma servono anche rateazioni lunghe per attutire lo shock”

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