Nel complesso, i comparti del terziario nel 2022 soffriranno un aggravio di spesa più che doppio. Raddoppiate le tariffe anche per le famiglie che hanno sofferto un "balzo" pesantissimo sulle bollette di luce e gas

 Secondo le stime dell’Osservatorio di Confcommercio, per tutte le categorie del settore terziario i dati parlano chiaro: nel mese di aprile 2022, rispetto alle rilevazioni dello scorso gennaio, si stima un incremento del costo delle forniture di energia elettrica che oscilla tra il 50% fino ad oltre l’80%. In particolare, i dati del primo trimestre 2022 (31 gennaio/30 aprile) testimoniano che la spesa annua per il 2022 in elettricità per un albergo tipo (fig. 1 e 2) può arrivare fino a circa 137.000 €, con un incremento del 76%, per un ristorante fino ad oltre 18.000 € (+57%), mentre per un negozio alimentare passerà da 23.000 € a 40.000 € (circa il 70% in più), per un bar il conto annuale aumenta del 54%, mentre per i negozi non alimentari il rincaro può arrivare addirittura all’87%.

 Nel complesso, i comparti del terziario nel 2022 soffriranno un aggravio di spesa più che doppio, passando da 11 mld € di spesa nel 2021 a 27 mld €, sempre che rimangano stabili o in calo gli attuali prezzi. Numeri pesantissimi che testimoniano ulteriormente, qualora ce ne fosse bisogno, il momento di sofferenza delle imprese.

 Altrettanto significativi i rincari, su base trimestrale, per la spesa annuale del gas. Si stima che, tra il 31 gennaio ed il 30 aprile 2022, la spesa annuale di gas per tutti i comparti del terziario presi a riferimento è aumentata, arrivando a toccare, in alcuni casi, incrementi pari al 34%. Di particolare rilievo l’incremento registrato per gli alberghi (+6.000€ rispetto alle previsioni di gennaio 2022) e altrettanto importante l’aumento del conto annuale del gas nel settore della ristorazione, passato dai circa 8.000 € delle previsioni di gennaio ai 10.000€ stimati di aprile (+2.000€ di differenza nel giro di pochi mesi). Un +5% si registra invece per i bar, mentre per i negozi – di generi alimentari e non – il “delta” tra le previsioni di inizio anno e aprile è del 31%.

Nel confronto tra aprile 2021 e aprile 2022, la “bolletta annuale” di elettricità è aumentata considerevolmente per tutti i principali comparti del terziario: settore alberghiero (+68.000€), ristoranti (+9.000€), bar (+5.000€), negozi di generi alimentari (+20.000€) e negozi non alimentari (+5.000€).

Di rilievo gli incrementi della spesa annua per il gas – sempre nel confronto tra aprile 2022 e aprile 2021 – sia per il settore alberghiero (+13.000€) che per i ristoranti (+5.000€). Anche i bar, i negozi di generi alimentari (e non) sono stati colpiti dal “caro gas”, il cui rincaro annuale è pari a circa il 110%. Sono dati allarmanti che devono far riflettere sulla situazione attuale che imprese e famiglie stanno vivendo. La forte dipendenza dal gas russo, dovuta ad una politica energetica che negli ultimi anni si è dimostrata poco lungimirante, ha reso ormai indispensabili interventi mirati per il contenimento dei prezzi al dettaglio dell’energia, arrivati a livelli insostenibili. L’annullamento temporaneo degli oneri di sistema deciso dal governo e gli interventi provvisori sulla fiscalità energetica hanno consentito di alleggerire sensibilmente le bollette elettriche e del gas, ma nonostante ciò i costanti rincari della componente energia continuano a pesare notevolmente sui conti delle imprese.

Si tratta del terzo aumento consecutivo del prezzo dell’elettricità pagata dal settore terziario che, nel mese di aprile 2022, è arrivato a toccare 0,50 €/kWh in luogo dei 0,31 €/kWh di gennaio e dei 0,24 €/kWh di settembre dell’anno scorso. Aumenti rilevanti, seppur di minor entità rispetto all’elettricità, si registrano anche per il prezzo del gas naturale che – sempre nel mese di aprile – è arrivato a toccare 1,46 €/Smc (rispetto ai 1,21 €/Smc di gennaio del medesimo anno), il cui peso sulla bolletta però potrebbe essere in parte mitigato – si auspica – dal calo dei consumi stagionali, almeno per quegli esercizi che usano il gas naturale anche per il riscaldamento.

Sembrerebbe invece essersi stabilizzato, ad aprile, il prezzo del gasolio diesel su valori pari a 1,8 €/lt, anche grazie alla temporanea iniziativa di riduzione delle imposte varata dal governo. Ad oggi, l’impatto della crisi ucraina sui prezzi del petrolio è stato, per certi versi contenuto, rispetto a quello che è accaduto per le quotazioni del gas: basti pensare che il prezzo del greggio (che determina il prezzo del diesel) ha avuto un incremento del 65% – passando da 65 $/bbl, nel mese di aprile 2021, a 110 $/bbl ad inizio dello stesso mese dell’anno successivo – e, nello stesso lasso di tempo, il prezzo del gas è aumentato, invece, del 500%. Nel 2022, la spesa in carburante per gli autotrasportatori si dovrebbe collocare sui 37 mld di euro, 7 in più rispetto ai 30 mld di euro del 2021.

Anche le famiglie hanno sofferto un “balzo” pesantissimo sulle bollette di luce e gas, in quanto le tariffe sono più che raddoppiate fra aprile 2021 e aprile 2022. Infatti, la spesa media annuale di una famiglia tipo – con consumo annuo di 2.700 kWh – sarà di 1.116€ (ossia più del doppio rispetto ai 540€ dell’anno scorso). Per quanto riguarda invece i consumi annui di gas – che per una famiglia tipo sono 1.400 metri cubi – la spesa sarà di 1.731 €. Anche in questo caso, si tratta di un incremento notevole se si pensa che, nel 2021, la spesa media annua si è attestata sui 1.028€ (lo scostamento registrato, per il 2022, è pertanto di +703€). Complessivamente, su quasi 30 milioni di allacci elettrici e 15 milioni per riscaldamento a gas, la spesa complessiva per le famiglie si attesta sui 59 mld di € nel 2022, contro i 32 dell’anno precedente: un aggravio di +27 mld di € sul bilancio delle famiglie che andrà inevitabilmente ad incidere sulla capacità di spesa e sui consumi.

Abbattere considerevolmente i propri consumi però è possibile. Questo è quanto emerge dalle imprese che hanno seguito i percorsi suggeriti dal sito https://imprendigreen.confcommercio.it.

In particolare, le buone pratiche avviate dalle aziende permettono di quantificare un risparmio che si traduce in un minor costo delle bollette e fornisce, al contempo, un contributo all’esigenza di comprimere i consumi di fronte alla crisi energetica internazionale in atto.

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