Il leader della Lega parla di programma, a partire dal fisco, e di nuovi decreti sicurezza. Assicura che il centro destra si presenterà unito alle prossime elezioni, anche se "non c'è tempo da perdere". E punta sui cavalli di battaglia della sicurezza, dell'autonomia e del controllo dell'immigrazione

 A destra regna l’ottimismo. Il leader della Lega, Matteo Salvini, pensa già a un futuro governo di coalizione. Parla di programma, a partire dal fisco, e di nuovi decreti sicurezza. Assicura che il centro destra  si presenterà unita alle prossime elezioni, anche se “non c’è tempo da perdere”. E punta sui cavalli di battaglia della sicurezza, appunto, dell’autonomia e del controllo dell’immigrazione. Insomma, la campagna elettorale è veramente iniziata.

 La mossa di decidere di non votare la risoluzione Casini ha segnato la fine del governo e, il giorno dopo, il segretario del Carroccio non perde tempo e spinge le lancette dell’orologio in avanti. Ma nel frattempo si riaccende il dibattito sulla leadership del centrodestra, con Giorgia Meloni che non nasconde le sue ambizioni, forte dei sondaggi che vedono il suo partito veleggiare oltre il 20%. La presidente di FdI assicura: “Francamente, non ci aspettavamo di arrivare al voto il prossimo 25 settembre. La dipartita di questo governo è stata rocambolesca e per certi versi inaspettata, però siamo e saremo pronti. Mi pare che siano maggiormente in difficoltà altri che in questa veloce campagna elettorale dovranno tentare di trovare un modo per reinventarsi. È un problema che sicuramente non ha FdI”. Chi ha orecchi per intendere, intenda. E non solo. Meloni auspica un vertice di coalizione “quanto prima” non “per fare foto ma per darsi delle regole”. Non a casa di Silvio Berlusconi, però, ma “in sedi istituzionali” con tanto di ordine del giorno, in modo tale che gli incontri siano effettivamente “operativi” e non solo “occasioni conviviali”. La leader di FdI non discute la regola che chi prenderà un voto in più esprimerà il nome per Palazzo Chigi, ma lancia un appello agli altri leader per l'”indisponibilità ad alleanze variabili”.

 Dal canto suo, Salvini è quasi spavaldo sull’esito delle elezioni, che arriveranno giusto una settimana dopo il bagno di folla nel ‘sacro pratone’ di Pontida. Tanto che, ancor prima che il capo dello Stato Sergio Mattarella annunci ufficialmente lo scioglimento delle Camere, dalla Lega filtra che il leader stia pensando ai temi chiave del nuovo esecutivo. Gli obiettivi? “Approvare pace fiscale, taglio delle tasse e flat tax, riforma delle pensioni e nuovi decreti sicurezza”, filtra dopo la riunione con i ministri e i sottosegretari del suo partito, che arriva prima di un incontro con gli europarlamentari del Carroccio.

 Non finisce qui. Il leader leghista torna a esprimere “grande rammarico”, perché “la follia dei 5Stelle e le provocazioni del Pd hanno portato alle dimissioni di Draghi”. Quindi, in serata, assicura che “per noi il lavoro non si interrompe a prescindere dalle crisi”. E, se il silenzio di Massimiliano Fedriga e Luca Zaia dopo la caduta del governo fa rumore, il ‘Capitano’ fa sapere che le emergenze economiche, quasi a volerli tranquillizzare, sono sul tavolo degli incontri di queste ore. Quindi, rilancia sull’autonomia, che considera “un tema centrale” in ottica programma di coalizione e propone agli alleati “una riforma delle pensioni con quota 41 e la pace fiscale”. Le urne si apriranno tra poco più di due mesi. E la sfida tra Lega e FdI è appena iniziata.

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