Il segretario di +Europa, risponde a La Presse in merito alla necessità, dopo l'addio di Carlo Calenda, di ridiscutere l'alleanza che vedeva al Pd il 70% dei collegi uninominali e ad Azione-PiùEuropa il 30%

“Io credo che ci sia una questione di serietà, c’è un patto scritto e credo sia serio continuare a rispettarlo. Sulle firme Carlo mente perchè non è vero. Dice di fare la politica della serietà e discutiamo di queste cose. Io non ho mai detto quelle cose, e non avrebbe senso dirlo, che tanto Carlo non rompe per le firme, chi sono io per dirlo. Ho sempre detto che saremo entrati in questo negoziato insieme e saremmo usciti insieme. La firma c’è stata e si rimane. Abbiamo alzato l’asticella e se Letta non avesse dato seguito alle nostre richieste ce ne saremmo andati. Il resto sono retroscena. Azione unilateralmente ha deciso di uscire dall’accordo e io non trovo alcuna ragione. Carlo dice: “Letta ha fatto la conferenza stampa anche con gli altri”, è vero ma lo ha fatto sottolineando la differenza tra le nostre alleanze. Ha parlato di accordo elettorale quindi non c’è una cosa che non sapevamo prima. Ieri ho discusso con Calenda di questo e lui mi ha avvisato che sarebbe andato ad annunciare la rottura ma io gli ho detto che non c’era ragione di rompere il patto. La precisione millimetrica non è della politica ma quello che sarebbe successo lo sapevamo, era già tutto scritto. Io penso che se Calenda fosse andato in tv e invece di parlare di Fratoiannni avesse parlato dell’accordo con Letta, dei risultati raggiunti, per dire che c’è una alternativa credibile ai sovranismi di Salvini e Meloni sarebbe stato meglio. Ci rivedremo con Letta per capire, a partire da quel patto nei suoi termini politici ed elettorali, cosa dobbiamo fare. Non abbiamo detto a Letta che noi ci stiamo solo se siamo gli unici alleati, non l’abbiamo detto. Ora è inutile tornare sulle decisioni”. Così il segretario di +Europa, Benedetto della Vedova a La Presse.

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