Dopo le dimissioni del premier ex presidente della Bce, l'agenda procede e il governo prosegue nel suo lavoro per varare nei prossimi giorni il decreto con gli aiuti alle famiglie e alle imprese

Il presidente del consiglio Mario Draghi nemmeno due settimane fa, il 12 luglio, aveva ringraziato i leader di Cgil Cisl e Uil dopo un incontro che aveva definito “positivo”. Mercoledì prossimo il premier li rivedrà alle 10 in un altro incontro a Palazzo Chigi fissato però questa volta in una situazione politica ben diversa. Con un Draghi capo del governo dimissionario, camere sciolte e elezioni previste il 25 settembre. E un esecutivo cui spettano solo più gli affari correnti. In occasione del confronto del 12 luglio Draghi si era impegnato ad una nuova convocazione delle sigle a ridosso dell’adozione del nuovo provvedimento.

Dopo le dimissioni del premier ex presidente della Bce, l’agenda procede e il governo prosegue nel suo lavoro per varare nei prossimi giorni il decreto con gli aiuti alle famiglie e alle imprese. Da qui – come hanno informato fonti sindacali – la convocazione per mercoledì dei leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri a Palazzo Chigi. Sul tavolo dovrebbero esserci le misure del decreto annunciato nell’ultima riunione tra governo e sindacati per affrontare l’emergenza economica e sociale.

Nell’incontro del 12 luglio scorso il governo Draghi aveva aperto un confronto da realizzare entro fine mese, prima di varare il nuovo decreto anti crisi. Un decreto per dare risposte all’ emergenza, legata anche al caro energia e al più generale caro prezzi. Per queste misure nelle scorse settimane, prima del deflagrare della crisi politica, si era parlato come tempi di fine luglio. Una tempistica ora difficile da ipotizzare con un esecutivo che deve limitarsi alla ordinaria amministrazione.

Sul tema dei poteri limitati – va ricordato – “il governo rimane impegnato nel disbrigo degli affari correnti, nell’attuazione delle leggi e delle determinazioni già assunte dal Parlamento e nell’adozione degli atti urgenti, ivi compresi gli atti legislativi, regolamentari e amministrativi necessari per fronteggiare le emergenze nazionali, le emergenze derivanti dalla crisi internazionale e la situazione epidemiologica da Covid-19”, come scritto nella circolare firmata dal presidente del Consiglio Draghi e inviata a ministri, vice ministri e sottosegretari. Dovrà essere assicurata la continuità dell’azione amministrativa. Il Consiglio dei ministri, dunque “non esaminerà nuovi progetti di legge, salvo quelli imposti da obblighi internazionali e comunitari, compresi quelli collegati all’attuazione del Pnrr e del Pnc”.

Di riforme dunque come quella sul fisco e quella previdenziale con i sindacati mercoledì Draghi e il suo esecutivo, ormai a dimissioni avvenute, potrà discutere ma non decidere. Ma potrà ad esempio allungare i termini del decreto aiuti per i carburanti in scadenza ad agosto.

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