Riunione del Consiglio nazionale nella notte fra domenica e lunedì

Il no all’invio di armi in Ucraina di Luigi Di Maio è stato letto come un suo allontanamento dalle origini del Movimento Cinque Stelle e questo ha causato una forte discussione notturna del Consiglio nazionale. Quattro ore di acceso confronto fra domenica e lunedì, con il leader dei pentastellati Giuseppe Conte che si è detto “molto rammaricato”. L’espulsione di Di Maio sembra così essere “congelata”.

Il nuovo strappo era nell’aria, soprattutto dopo il suo attacco a Conte: “Alle elezioni non siamo mai andati così male” e “non si può dare sempre la colpa agli altri, risalendo addirittura all’elezione del presidente della Repubblica, per dire che siamo andati così male. Bisogna prendersi le responsabilità”. Le sue parole hanno l’effetto di galvanizzare i parlamentari a lui vicini, o comunque scontenti del nuovo corso – che evocano lo spettro di una possibile scissione. Ma il presidente cinque stelle non ci sta e a stretto giro è arrivata la sua risposta: se Di Maio vuole fondare un nuovo partito “ce lo dirà lui in queste ore. Io in campagna elettorale ho messo la faccia dappertutto” e dopo le elezioni “ho fatto due conferenze stampa. So come assumermi la responsabilità quando si ha una leadership politica”.

In realtà Di Maio era andato oltre, non nominando mai Conte ma imputando chiaramente a lui gli errori del Movimento, uno dei quali sarebbe di mettere in discussione la linea politica del Governo e le alleanze internazionali in un momento così delicato. “Non possiamo stare nel Governo e poi, un giorno sì e un giorno no, solo per imitare Salvini, attaccare il Governo” e, in vista delle comunicazioni sul conflitto ucraino del premier Mario Draghi in Parlamento il 21 giugno, aveva avvertito: “Non credo sia opportuno mettere nella risoluzione delle frasi o dei contenuti” che “disallineano l’Italia dall’alleanza Nato e dall’Unione europea”. L’altra accusa mossa Conte è che serva “meno autoreferenzialità” e un “grande sforzo di democrazia interna”, ha aggiunto l’ex capo politico, che con una battuta velenosa confessata ai cronisti: “Parlo a voi perché non esiste un posto dove poter parlare oggi”.

Dal canto suo Conte ha liquidato come “stupidaggini” le affermazioni su una presunta posizione del M5S contro Nato e Ue e ricorda che “quando era leader Di Maio quello statuto prevedeva un solo organo, il capo politico. Che ora faccia lezioni di democrazia interna a questa comunità fa sorridere. Siamo alla vigilia di un appuntamento importante per la storia del Movimento, ovvero la votazione sul mantenimento del doppio mandato, ed era prevedibile che fosse motivo di fibrillazione anche per le sorti personali di tante persone che si sono impegnate col Movimento”.

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