Il messaggio arriva ai destinatari, toni concilianti dai leader del centrodestra di governo

 “La responsabilità la sento molto. E questo è parte della serietà. Guidare un Paese in un momento difficile è responsabilità. Ma la responsabilità è anche agire, fare le cose”. All’indomani della sortita in Consiglio dei ministri sul ddl concorrenza, il premier Mario Draghi sembra dare l’intepretazione autentica del suo ‘ultimatum’, con cui ha imposto la fiducia entro maggio su una delle riforme fondamentali per non mettere a rischio il Pnrr. Lo fa incontrando gli studenti della scuola media ‘Dante Alighieri’ di Sommacampagna, in provincia di Verona. Ma è come se si rivolgesse alle forze politiche della sua maggioranza.

 “Non mi rende contento avere una posizione importante. Mi rende contento riuscire a fare le cose che devo fare, riuscire a cambiare le cose in meglio”, dice ai ragazzi. Le cose vanno fatte, quindi. E le riforme pure, evidentemente. Anche perché “non sono stato eletto ma nominato. Il presidente Mattarella mi ha chiamato e mi ha chiesto se me la sentivo. Io ho detto sì. Mi sono venute in mente le cose che dovevo fare. Era un momento molto difficile: il virus circolava dappertutto, c’era molta gente che moriva, l’economia andava male. Ho pensato a come affrontarle”, aggiunge. Se il messaggio non fosse abbastanza chiaro, Draghi decide anche oggi di essere esplicito in una lettera inviata alla presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, e poi girata girata a tutti i capigruppo di Palazzo Madama e al presidente della Commissione Industria, Gianni Girotto: “Il Governo, nel rispetto delle prerogative parlamentari”, deve “rappresentare che, senza una sollecita definizione dei lavori del Senato con l’iscrizione in Aula del provvedimento ed una sua rapida approvazione entro fine maggio sarebbe insostenibilmente messo a rischio il raggiungimento di un obiettivo fondamentale del Pnrr“, scrive il premier.

 Il messaggio sembra essere arrivato, soprattutto ai partiti del centrodestra di governo che si oppongono alla messa a bando delle concessioni balneari entro il 2023. Sembrano confermarlo i toni concilianti del leader della Lega, Matteo Salvini. “Credo che l’accordo sui balneari sia a portata di mano, così come per il catasto. Lo troveremo anche senza porre la fiducia”, afferma, pur dicendosi “stupito” per “il Consiglio dei ministri convocato all’improvviso”. In ogni caso, “non penso che il governo rischi, né per le spiagge né per il termovalorizzatore di Roma”. Anche il leader Forza Italia, Silvio Berlusconi, a Napoli per la convention nazionale del partito a cui interverrà domani, spera in un accordo, “perché dobbiamo innanzitutto proteggere gli imprenditori che, partecipando alle gare, dovessero perdere. Bisogna calcolare il valore della loro azienda e rimborsarli del valore che perdono. Noi volevamo un po’ più di tempo, ma va bene. Abbiamo giorni sufficienti, se dall’altra parte ci sarà razionalità e buon senso per fare tutto entro la fine di maggio”. Non rinuncia invece all’attacco la presidente di Fdi, Giorgia Meloni: “Secondo me è molto grave” quanto fatto ieri da Draghi in Cdm sul ddl concorrenza, perché “se il governo si è impegnato a svendere le nostre aziende balneari in cambio di non so cosa allora dovrebbe spiegarlo agli italiani, perché gli accordi sotto banco non si fanno a casa mia”.

 
 Al di là del richiamo alla maggioranza sulla necessità di accelerare le riforme (e senza dimenticare che restano da condurre in porto quelle su Csm e Fisco), con la visita di oggi a Verona il presidente del Consiglio riprende anche il tour di ascolto sui territori. Nella scuola media ‘Dante Alighieri’ a Sommacampagna, in provincia di Verona, viene accolto dalle autorità locali, a partire dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, e incontra gli alunni della classe 2D: questi ultimi nelle scorse settimane gli avevano scritto per raccontare la loro storia negli anni della pandemia e rivolgergli alcune domande sull’attualità. Draghi non si sottrae al confronto e poi parla davanti a circa 300 alunni. Gli studenti gli regalano una rosa per la moglie. Lui confessa: oltre ai genitori e agli insegnanti, la “persona più importante a cui effettivamente devo gran parte di quello che fatto negli ultimi 40-50 anni è mia moglie, perché ogni tanto mi viene in mente la quantità di fesserie che avrei fatto se non ci fosse stata lei, e anche alla capacità di capire i momenti psicologici che ho attraversato nella mia vita”. Poi il premier torna sui temi di attualità. Sul conflitto in Ucraina spiega che “chi attacca usando la violenza ha sempre torto”, e rivendica che Kiev è stata aiutata “da tutti gli amici in tantissimi modi”, perché “si difende per un motivo, la libertà”. La guerra “è un dramma terribile, un errore spaventoso fatto da Putin”, insiste, ma “i cittadini russi non sono colpevoli per quel che fa il loro governo” e “non sono loro i nemici. Dovremo ricordarcelo perché questo significa cercare pace”. Infine il premier consegna ai ragazzi un auspicio: “Spero proprio che l’anno prossimo non ci sia più bisogno della mascherina e spero proprio che la pandemia non ritorni”.

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