Federica Brignone: "E molto importante che sempre di più le donne nello sport siano al sicuro e che possano esprimersi nel loro mondo"

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Alessia Orro

 “È stato Doloroso riaprire una vecchia ferita, ma sono estremamente felice che tutto questo per ora sia finito”. Lo ha scritto in un post sui social Alessia Orro, la pallavolista della Vero Volley Monza, vittima di uno stalker, un uomo di 55 anni che già nel 2019 era stato arrestato con la stessa accusa e che, finiti i domiciliari, ha ripreso a perseguitarla, fino al nuovo arresto.
“Mi sento in dovere come atleta e personaggio pubblico di condividere con voi quello che ormai piano piano sta uscendo ovunque – afferma – Vorrei dare l’esempio non solo dentro il campo, ma anche e soprattutto fuori, aiutare tutte le persone che hanno o stanno passando questo momento difficile come è successo a me in passato e in questo ultimo periodo”.

 Il caso della pallavolista Alessia Orro non è l’unico, purtroppo. Sono tante le atlete, anche famosissime, che in passato hanno avuto a che fare con stalker e persone violente a loro vicine. A tal riguardo la campionessa di sci Federica Brignone ha dichiarato: “E molto importante che sempre di più le donne nello sport siano al sicuro e che possano esprimersi nel loro mondo”. “Essere uno sportivo di alto livello non è facile, in tutte le cose c’è sempre un rovescio della medaglia: situazioni spiacevoli e momenti non facili soprattutto quando sei un personaggio pubblico”, ha aggiunto. Questi i casi più noti di atlete vittime di stalking o violenza.

NADIA COMANECI E IL FIGLIO DI CEAUSESCU – Il primo caso, uno dei più famosi, è quello della leggenda della ginnastica rumena Nadia Comaneci. Oro a Montreal nel 1976 con tutti 10, la fuoriclasse rumena fu vittima delle violenze di Nicu Ceausescu, figlio dell’allora dittatore della Romania, con cui ebbe una relazione. Per qualcuno quella relazione non fu mai spontanea. Anche per questo fu basata su violenze fisiche e psicologiche, intervallate dagli allenamenti e dalle gare internazionali della giovane Comaneci. Non a caso la campionessa arrivò anche a tentare il suicidio. Solo una volta chiesto asilo politico negli Usa, la fuoriclasse della ginnastica potè denunciare le violenze subite.

MONICA SELES E L’AGGRESSIONE IN CAMPO – Altro caso celebre di violenza contro un’atleta, quello di Monica Seles. Il 30 aprile 1993, al torneo di Amburgo, la campionessa serba, numero 1 del Mondo all’inizio degli anni ’90, venne aggredita con un coltello in campo, durante l’incontro dei quarti di finale che la vedeva opposta alla bulgara Magdalena Maleeva. L’aggressore era Günther Parche, un tifoso ossessivo e morboso di Steffi Graf che con quel gesto intendeva restituire il primato nel ranking alla tennista tedesca. La ferita, non troppo grave (era profonda circa un centimetro e mezzo) interessò la schiena, all’altezza della spalla sinistra; le provocò però un grave shock psicologico, inducendola ad abbandonare il tennis per oltre due anni. Ma di fatto Seles non tornò più ai suoi livelli.

IL CASO DI NANCY KERRIGAN E TONYA HARDING – Su questa triste vicenda ci hanno addirittura girato un film. Nel gennaio 1994 la campionessa di pattinaggio americana Nancy Kerrigan, fu aggredita dopo una sessione di allenamento ai campionati nazionali. A orchestrare l’agguato si scoprì che era stata Tonya Harding, sua rivale sul ghiaccio. Dalle indagini risultò che Jeff Gillooly, ex marito della Harding, con l’aiuto dell’amico Shawn Eckardt, aveva ingaggiato l’aggressore Shane Stant affinché colpisse Kerrigan al ginocchio destro con un manganello. Disse di averlo fatto d’accordo con l’ex moglie per mettere fuori gioco la rivale in vista degli imminenti Giochi olimpici invernali. Accusata di essere al corrente dell’aggressione, nel marzo 1994, Harding accettò di pagare un’ingente multa di 160.000 dollari per evitare il processo, continuando a dichiarare la propria estraneità alla vicenda.

IL MEDICO STALKER DELLE GINNASTE USA – E’ stato condannato a pagare 400 milioni di dollari di risarcimento l’ex medico della nazionale Usa di ginnastica, Larry Nassar, accusato di molestie e violenze dalle numerose atlete tra cui la pluricampionessa olimpica Simone Biles. Lo scandalo è esploso nel 2018, quando Nassar venne ritenuto colpevole di aver abusato sessualmente di oltre 500 atlete dal 1996 al 2017 e condannato a 176 anni di carcere. In seguito alle indagini, la Federazione americana con alcuni suoi esponenti di spicco venne ritenuta a sua volta coinvolta. Nell’ottobre scorso Simone Biles e altre tre sue compagne di squadra hanno inviato una lettera al Congresso americano chiedendo di sciogliere il Cda del Comitato olimpico americano per non aver investigato e perseguito a dovere Larry Nassar e per aver tentato di insabbiare il caso.

LA SCOMPARSA DI PENG SHUAI – L’ultimo caso in ordine di tempo, è quello della tennista cinese Peng Shuai, misteriosamente scomparsa alla fine dello scorso anno dopo aver denunciato sul social cinese Weibo, Zhang Gaoli, ex vicepremier cinese e membro di alto rango del Partito Comunista Cinese (PCC), di una violenza sessuale avvenuta circa dieci anni prima. Peng ha detto che in seguito a questo episodio, Zhang ha avuto una relazione extraconiugale con lei. Mentre l’accusa ha attirato l’attenzione sul movimento Me Too in Cina, il suo post è stato rimosso da Weibo e la discussione sulla questione è diventata soggetta a censura generale su tutti i media cinesi. Il caso è stato sollevato dalla Wta, che ha invitato le autorità cinesi a indagare sulle accuse di Peng. Nei mesi successivi, la tennista è comparsa in diverse occasioni anche insieme ai vertici dello sport mondiale in occasione dei Giochi di Pechino 2022. Ma in realtà non si è mai chiarito sull’autenticità dei contenuti diffusi e sulla reale libertà di movimento della tennista.

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