Il presidente dello sport italiano è netto: "Siamo stanchi di questa incompetenza"

Giovanni Malagò non ci sta e va all’attacco. Gli interventi a favore dello sport per un miliardo di euro inseriti nel Pnrr non vengono considerati soddisfacenti. Ma al di là dei numeri (“criticati anche dagli stessi soggetti beneficiari”), è sulla ‘esclusione’ del Coni dal tavolo su metodologie e criteri da cui partire per distribuire le risorse, che poggia la critica più dura e rovente del presidente del Coni. A conclusione della Giunta si sono toccati diversi temi (dalla presenza o meno degli atleti russi agli Internazionali di tennis all’elogio sul professionismo femminile nel calcio) e il numero uno dello sport italiano ha espressamente invitato il sottosegretario Valentina Vezzali ad aprire una fase “costruttiva e propositiva” con il comitato olimpico nazionale. “Questo perché indubbiamente riteniamo che non sia stato giusto né elegante escludere il Coni da molti tavoli”, ha detto a chiare lettere. E il cuore del problema è proprio il Pnrr. Malagò ha tenuto a precisare che sarebbe stato utile ascoltare le idee dei presidenti e interpellare il Coni sui criteri da utilizzare. “Sono state equiparate tutte le Federazioni costringendole a scegliere un solo progetto con uno stanziamento massimo di 4 milioni: bisogna essere matti per fare una cosa del genere. Questo perché c’è una profonda non conoscenza e presunzione. Per questo siamo arrivati a casi surreali. Come quello del calcio con 500 progetti presentati, ne devi scegliere uno e la Figc si è tirata fuori per non scontentare nessuno. E questo tetto c’è per tutte le federazioni senza distinzione per grandezza e tipologia di impianti. Siamo stanchi di questa incompetenza”, è la posizione netta espressa da Malagò in merito all’assegnazione dei fondi europei del Pnrr. Pur non rispondendo direttamente a Malagò, il dipartimento per lo sport ha sottolineato che il 91% delle federazioni sportive, di cui il 100% delle federazioni paralimpiche, sono state coinvolte nelle circa 500 manifestazioni di interesse. “Ora subito al lavoro per analizzare la documentazione ricevuta e avviare il maggior numero di cantieri possibile”, ha chiosato il sottosegretario Vezzali.

Sulla cifra destinata allo sport, Malagò ha manifestato le sue riserve dicendo di condividere il pensiero del presidente della Fin, Paolo Barelli, quando ha sostenuto che i fondi del Pnrr per gli impianti sportivi erano pochi e che ci sarebbero voluti almeno 4 miliardi. “Parliamo di un miliardo su 209, lo 0,4%: almeno avremmo meritato quello che produciamo come Pil. E poi perché non è stato previsto nulla per enti pubblici come Coni e Cip, per esempio per migliorare le strutture? Quando vedi queste cose, dando per scontato che sia tutto fatto in buona fede, è impossibile non rilevare la scarsa conoscenza della materia e il mancato rispetto dei ruoli: di questo siamo molto stanchi”, è stata l’ulteriore critica di Malagò che al termine della Giunta ha parlato anche dei riflessi della guerra in Ucraina: “Se è a rischio la partecipazione degli atleti russi all’Olimpiade di Parigi? In questo momento è quella la direzione. Il rischio è che la situazione che viviamo possa influenzare moltissimo una decisione del genere”. E sull’ipotesi di vietare ai tennisti russi la partecipazione agli Internazionali, Malagò è stato chiaro: “Il Cio ha invitato tutte le federazioni internazionali ad adottare le indicazioni per l’esclusione degli atleti russi. Alla coppa del mondo di tiro a volo di Lonato, con il presidente mondiale che è russo, gli atleti russi non partecipano”. Secondo Malagò non basterebbe però un mero intervento sportivo: “La Fit ha ragione e non può fare niente: o prende una posizione diversa da Atp e Wta o la posizione non può che prenderla il Governo con una decisione diversa. Draghi ci sta pensando? Ha tante cose a cui pensare, non so cosa succederà, non mi sento di escludere nulla”.

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