Il primo dei due tapponi sui Pirenei non delude le attese, con i big a sfidarsi per la vittoria e un duello sull'ultima rampa di Peyragudes che premia il corridore sloveno, che precede il rivale ma solo allo sprint, guadagnando appena 4" di abbuono
Tadej Pogacar si prende la tappa, la terza in questa Grande Boucle, ma Jonas Vingegaard ha sempre più le mani sul Tour. Il primo dei due tapponi sui Pirenei non delude le attese, con i big a sfidarsi per la vittoria e un duello sull’ultima rampa di Peyragudes che premia il corridore sloveno, che precede il rivale ma solo allo sprint, guadagnando appena 4″ di abbuono. Lo scalatore danese non cede un metro e si piazza secondo, terzo Brandon McNulty, grande protagonista nel forcing del Team UAE Emirates e staccato di trenta secondi dopo aver tirato sulle ultime due salite di giornata con un ritmo forsennato che hanno pagato tutti gli altri uomini di classifica. Vingegaard chiude secondo ma può comunque sorridere: il vantaggio su Pogacar è superiore ai due minuti (2’18”), quello su Geraint Thomas di quasi cinque minuti (4’56”). Un margine rassicurante in vista dell’ultima frazione di montagna sui Pirenei, in programma mercoledì con partenza da Lourdes e arrivo ad Hautacam, Gpm Hors Categorie PREVISTO dopo aver scalato Col d’Aubisque e Col de Spandelles, e della cronometro di sabato di 40 km a Rocamadour. Pogacar si consola con il nono successo alla Grande Boucle, il tredicesimo stagionale e il 43° in carriera, ma con la consapevolezza che staccare questo Vingegaard, ogni giorno che passa, diventa sempre più complicato. Lo sloveno ha finalizzato il gran lavoro della squadra che, nonostante il ritiro di Rafal Majka, prima con Mikkel Bjerg e poi con McNulty ha tenuto la corsa chiusa evitando che la fuga di giornata prendesse troppo vantaggio. Il vincitore delle ultime due edizioni del Tour ha tentato un primo affondo sulla penultima salita in programma, il Col de Val Louron-Azet, senza tuttavia mettere in difficoltà la maglia gialla, saldamente in controllo della situazione. A quel punto il terzetto McNulty-Vingegaard-Pogacar ha viaggiato in solitaria sull’ultima salita, fino alla volata che ha premiato lo sloveno. Attardati tutti gli altri uomini di classifica, a cominciare da Geraint Thomas, quarto al traguardo a 2’07” e sempre più sul terzo gradino virtuale del podio. Quinta piazza per Aleksej Lutsenko, a 2’34”, sesto Romain Bardet a 2,’38”. Completano la top ten gli altri capitani, da Vlasov a Meintjes fino a Quintana, arrivati a 3’32” dal vincitore. Che, in ogni caso, proverà ancora a riaprire fino alla fine un Tour de France che ormai pare chiuso.
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