Più di tremila chilometri per raccogliere il testimone da Egan Bernal, trionfatore nel 2021 ma assente per i postumi della grave caduta dello scorso gennaio

3.445,6 km per raccogliere il testimone da Egan Bernal, trionfatore nel 2021 ma assente per i postumi della grave caduta dello scorso gennaio. Scatterà venerdì 6 maggio, con la Grande Partenza in Ungheria – prevista nel 2020 e slittata al 2022 a causa del Covid – l’edizione numero 105 del Giro d’Italia. Una corsa che partirà da Budapest senza un vero e proprio favorito, anche se sono diversi i vincitori del passato nella start list. Da Richard Carapaz a Tom Dumoulin, passando per Vincenzo Nibali, la vecchia guardia del ciclismo è pronta a raccogliere il guanto di sfida della nuova generazione, con Joao Almeida e Miguel Angel Lopez candidati a essere protagonisti per il successo finale. All’appello ci sono anche Simon Yates, che cerca la definitiva consacrazione in un grande giro dopo il successo nella Vuelta 2018, e Giulio Ciccone, la vera speranza azzurra per un posto al sole nella classifica generale. Per tutti, l’obiettivo è conquistare il ‘Trofeo Senza Fine’ all’Arena di Verona il 29 maggio.

Per quanto riguarda i ‘cacciatori’ di tappe, l’uomo più atteso è senza dubbio Mathieu Van der Poel, vincitore dell’ultimo Giro delle Fiandre. Curiosità per la presenza al via anche di Biniam Girmay, che ha già riscritto la storia del ciclismo vincendo la Gand-Wevelgem, primo corridore africano a trionfare in una classica. Proverà a lasciare il segno anche Alejandro Valverde, ancora competitivo a dispetto dei suoi 42 anni. A proposito di volate, invece, si rivede al Giro d’Italia dopo nove anni Mark Cavendish, che punta a ritoccare il numero di vittorie conquistate nei grandi giri. Tra le ruote veloci, proveranno a rendergli la vita difficile Caleb Ewan e Arnaud Demare.

In una corsa che negli ultimi anni ha riservato più di una sorpresa (come il trionfo di Tao Geoghehan Hart nel 2020 davanti a Jai Jindley e il podio di Damiano Caruso nella scorsa edizione) il percorso si presenta adatto a scalatori, con 7 tappe per velocisti, due cronometro (per complessivi 26 km) e 5 frazioni di alta montagna, con 5 arrivi in salita. Dopo le prime tre tappe interlocutorie in terra ungherese la carovana si sposterà in Sicilia, dove gli uomini di classifica si misureranno con il primo arrivo in salita sull’Etna, seguito da una tappa pianeggiante, tra Catania e Messina, sulle strade di casa di Vincenzo Nibali. La prima settimana di corsa si chiude con la Isernia-Blockhaus, altro banco di prova per chi vorrà vincere il Giro. Risalendo l’Italia, il Giro omaggerà anche le vittime del crollo del ponte Morandi transitando sul nuovo Ponte San Giorgio durante la Parma-Genova, frazione insidiosa. Impegnativa anche la tappa da Santena a Torino, che prevede due volte la scalata di Superga e tre volte la Maddalena e Santa Brigida. L’ultima settimana, come spesso accade, sarà però quella decisiva, con le grandi montagne del Giro. La tappa regina è la Salò-Aprica, con la scalata del Mortirolo dal versante meno duro. Sabato, invece, è previsto il tappone dolomitico tra Belluno e Passo Fedaia, con l’ascesa al Passo San Pellegrino, il Pordoi e l’arrivo ai piedi della Marmolada. Il vincitore della corsa rosa uscirà probabilmente da qui, e se non dovesse ancora bastare sarà la crono finale di Verona con arrivo all’interno dell’Arena a incoronare il nuovo re del Giro.

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