Lega e FI restano su Francesco Cascio

Niente vertice tra leader, niente candidato unitario per la corsa a sindaco di Palermo. Il centrodestra in Sicilia resta diviso e dà il via a una sorta di braccio di ferro. Fratelli d’Italia infatti, dopo aver appurato l’impossibilità di riunire a stretto giro allo stesso tavolo Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni per fare il punto della situazione, sceglie di muoversi in autonomia ritirando la candidatura della deputata Carolina Varchi e virando al contempo sul professore Roberto Lagalla, già sostenuto dall’Udc e appoggiato da Iv. Di contro, Lega e FI restano su Francesco Cascio. Una spaccatura a tutti gli effetti che il segretario del Carroccio non può fare a meno di constatare: “A Palermo ci sono in ballo due candidati di centrodestra e contiamo che alla fine arriveremo con un candidato”. Anche perché, ricorda al termine del nuovo vertice del centrodestra di governo sulla delega fiscale, “io come Lega ho fatto più di un passo indietro sui candidati in nome dell’unità della coalizione. Sto lavorando con ottimismo per un centrodestra unito”. Obiettivo che senza un faccia a faccia con Meloni appare però irrealistico. “Ho rinnovato l’invito a tutti a trovarci il prima possibile – ricorda quindi Salvini –. FdI dice che in questo weekend è impegnato, io ci sono lunedì, martedì, mercoledì, giovedì… Quando vogliono ci troviamo tutti. Nel 99% dei Comuni il centrodestra è unito, e quando è unito vince, mentre in casi come Verona, Parma o Palermo questa unità bisogna ancora trovarla”.

In Sicilia allo stato attuale restano in pista due candidati d’area, da un lato Lagalla e dall’altro Cascio, con quest’ultimo per nulla intenzionato a mollare. “Continuo ad andare avanti in attesa di completare il quadro della nostra coalizione – afferma –. Mi dispiace che Fdi si sia assunta la responsabilità di spaccare il centrodestra non ascoltando neanche la sensibilità di diversi esponenti del suo stesso partito e utilizzando la città di Palermo come merce di scambio per la presidenza della Regione”. Sul tavolo infatti oltre alla corsa a sindaco c’è quella a governatore, con Fdi ferma nel chiedere la riconferma di Nello Musumeci. Posizione fortemente contestata però dal coordinatore regionale di Forza Italia, Gianfranco Micciché, secondo cui “la responsabilità della spaccatura del centrodestra” è proprio di Fdi “che ha voluto necessariamente legare le amministrative di Palermo alla Regione. Sono convinto che si vincerà ugualmente con Cascio, ma sarà una campagna più dura per effetto di questa spaccatura”.

Spaccatura che il partito di via della Scrofa aveva tentato di scongiurare chiedendo un incontro chiarificatore con Salvini e Berlusconi. Richiesta rimasta però ancora inevasa. “Purtroppo il vertice a cui a parole tutti erano disponibili non ci sarà – sottolinea il senatore di Fdi, Ignazio La Russa – e da domani, come era ampiamente noto, la ovvia priorità per Giorgia Meloni e per tutta FdI è l’assemblea programmatica nazionale che si terrà a Milano. Ci sarà poi tempo per fissare un incontro tra i vertici del centrodestra sui tanti temi all’ordine del giorno”. E’ molto probabile, filtra da fonti azzurre, che la reunion che manca da oltre tre mesi, potrebbe concretizzarsi la prossima settimana, ma senza novità sul tavolo della Sicilia anche questa ipotesi potrebbe tramontare. Ad essere soddisfatto per la virata di Fdi c’è comunque Lagalla che riconosce “l’importante supporto offerto in un quadro di ricomposizione. Faccio appello a tutte le forze della coalizione affinché si trovi una definitiva unità”.

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