Dopo 4 ore di vertice la leader di Fdi la spunta e porta come metodo quello dei numeri degli ultimi sondaggi. Sono 98 i seggi assegnati a Fratelli d'Italia, 70 alla Lega e 42 a Forza Italia. Ai centristi, di cui si farà carico Fdi, 11 collegi

 Nel centrodestra torna il sereno. Dopo le porte di Arcore sbattute al termine del vertice turbolento del maggio scorso, Fdi, Lega e Forza Italia si ritrovano e si ricompattano. La chiamata alle urne anticipate al 25 settembre e i sondaggi, che danno la coalizione in vantaggio verso la vittoria, non permettono passi falsi. E da separati in casa, fino ad oggi, conviene proiettarsi a testa bassa verso le politiche del 25 settembre. È questo l’ordine di scuderia che guida Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi che si ritrovano nella sede istituzionale della Camera, una novità nella liturgia dei vertici di centrodestra, che si sono sempre svolti nell’abitazione milanese del Cav.

 Il cambio di location era stato chiesto con decisione da Meloni, e non è l’unico punto messo a segno dalla presidente di Fdi. Sciolto infatti il nodo della premiership. Secondo l’intesa raggiunta tra le tre forze politiche maggiori e i centristi sarà il partito che prenderà più voti a indicare il presidente del Consiglio, in caso di vittoria del centrodestra.

Secondo l’intesa raggiunta tra le tre forze politiche maggiori e i centristi sarà il partito che prenderà più voti a indicare il presidente del Consiglio, in caso di vittoria del centrodestra

 Meloni dunque convince l’uomo di Arcore, che avrebbe invece preferito congelare l’accordo e riparlarne, magari davanti a un’assemblea dei nuovi eletti dopo le urne. Un’ipotesi che aveva fatto sentire puzza di bruciato in casa Fdi. I rumors sulla contrarietà del Ppe a Meloni premier e l’endorsement ad Antonio Tajani, avevano reso necessario l’ultimatum dei giorni scorsi di Meloni agli alleati: “Nessuna alleanza se non c’è accordo sul premier”. Si riparte dal 2018, insomma, con i partiti che correranno da soli con liste proprie, indicando ognuno il capo politico. Due ‘nodi’ semplici da sciogliere se paragonati allo scoglio dell’assegnazione dei collegi, su cui la discussione va avanti per ore. Salvini abbandona il vertice – per un impegno personale – e lascia Roberto Calderoli e Giancarlo Giorgetti a trattare. Anche l’ex premier intorno alle 21 si congeda, mano nella mano con Marta Fascina, lasciando a bocca asciutta i cronisti. “Com’è giusto che sia decidono gli italiani, chi prende un voto in più indica chi governerà l’Italia nei prossimi cinque anni. La squadra del centrodestra è compatta“, commenta Salvini ai microfoni del Tg5.

 E il vertice prosegue. Al tavolo resta Tajani, con Meloni, spalleggiata da La Russa, e si raggiunge l’intesa anche sui seggi. Dopo 4 ore di vertice la leader di Fdi la spunta e porta come metodo quello degli ultimi sondaggi non piu vecchi di due settimane. Sono 98 i seggi assegnati a Fratelli d’Italia, 70 alla Lega e 42 a Forza Italia. Ai centristi, di cui si farà carico Fdi, 11 collegi. Nel corso della riunione, secondo quanto apprende LaPresse, la Lega avrebbe invece proposto la media ponderata tra la rappresentanza parlamentare e i sondaggi, mentre Berlusconi avrebbe rilanciato la quota di 33 collegi per ogni forza politica. Il Cav, prima di lasciare il confronto, raccontano alcuni presenti, avrebbe infatti contrastato la posizione di Meloni, definendo “non veritiere” le rilevazioni. “Ora Forza Italia è al 10%, ma io andrò in televisione e saliremo al 20%”, la sottolineatura.

© Copyright Olycom - Riproduzione Riservata