Turni massacranti fino a 10 ore al giorno senza pause per i richiedenti asilo del Cas di Riotorto

Turni di lavoro, nelle aziende agricole delle provincie di Grosseto e Livorno, anche di oltre 10 ore. Paghe che non superano i 9 euro all’ora, ma che a volte arrivano anche solo a 97 centesimi l’ora. A farne le spese una cinquantina di richiedenti asilo per lo status di rifugiati in Toscana, 67 per la precisione stando ai Carabinieri del nucleo di Livorno e Piombino, ospiti di un Centro di Accoglienza Straordinaria, quello denominato “Le Caravelle” a Riotorto, sulla costa labronica. Dieci le persone, tutte pakistane, finite agli arresti, su ordine della Procura della Repubblica di Livorno: per uno di loro, al momento all’estero, è scattato il mandato di cattura internazionale.

Le indagini

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa nei confronti di 10 soggetti di nazionalità pakistana, di età compresa tra i 30 e i 56 anni, regolari sul territorio nazionali e residenti tutti in Toscana, tra le province di Siena e Grosseto. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo ed in concorso tra loro, delle condotte riconducibili al reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, il cosiddetto caporalato, reato commesso anche con la violazione dei contratti nazionali e delle norme sulla sicurezza del lavoro. L’indagine, sviluppata nell’arco temporale dal maggio 2023 al febbraio 2024 a cura dei carabinieri di Piombino con il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, è stata condotta avvalendosi di diversi contributi investigativi: intercettazioni telefoniche ed ambientali, acquisizione di documenti attestanti le prestazioni lavorative effettivamente svolte e risultate totalmente difformi da quanto desumibile invece dalla documentazione di 6 ditte individuali, fornitrici di lavori e servizi nel settore agricolo riconducibili ad altrettanti arrestati. L’utilizzo di stranieri impiegati in maniera irregolare era quotidiano e sistematico.

Turni fino a 10 ore al giorno senza pause

In particolare i carabinieri hanno messo in luce la presenza di 3 distinti gruppi dediti al reclutamento ed il prelevamento presso il Centro di Accoglienza Straordinaria Le Caravelle. Individuati i soggetti idonei al lavoro, venivano trasportati direttamente nelle aziende agricole delle province di Livorno e Grosseto. I lavoratori svolgevano turni anche di oltre 10 ore giornaliere, che si protraevano dalle prime luci dell’alba fino al tardo pomeriggio. La loro attività: raccolta di ortaggi ed olive, manutenzione di vigneti. Nessuna pausa ammessa, neanche per i bisogni fisiologici. Non solo orari disumani, ma paghe ridicole: per gli operai agricoli della Provincia di Grosseto la contribuzione oraria poteva variare tra i 3 e i 9 euro circa all’ora e in un caso addirittura di soli 0.97 euro all’ora. Oltre a questo gli inquirenti hanno messo in luce il mancato versamento di oneri previdenziali ed assistenziali da parte dei titolari delle ditte per oltre 45.000 euro, con duplice danno per i lavoratori e per lo Stato. Per il recupero di queste somme illegittimamente non versate, è stato disposto il sequestro preventivo a carico dei 6 titolari delle ditte coinvolte. All’esito delle indagini i carabinieri di Piombino hanno comunicato alla Procura della Repubblica di Livorno gli elementi di reato a suffragio dei gravi indizi di colpevolezza raccolti a carico degli indagati, ritenuti determinanti per il Gip che ha ravvisato un “quadro indiziario gravissimo che converge univocamente” a carico dei 10 soggetti pakistani quali autori del reato di caporalato e delle violazioni dei contratti nazionali e delle norme sulla sicurezza del lavoro. La sussistenza, infine, di un “concreto ed attuale pericolo di reiterazione del reato”, dovuta all’alta probabilità che possano commettere ulteriori delitti della stessa specie, unito al “concreto e attuale pericolo che gli indagati si diano alla fuga lasciando il territorio nazionale”, sono stati gli elementi alla base della richiesta che è stata pienamente accolta dal Tribunale ed a cui ha fatto seguito la fase finale ed esecutiva delle indagini ad opera dei carabinieri. Dei soggetti destinatari della misura cautelare, uno è stato localizzato all’estero ed è in corso l’internazionalizzazione del provvedimento.

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