Il tecnico autore del gesto si è scusato attraverso il canale Facebook del club giallorosso sostenendo che da parte sua non c'era intento di colpirla

Uno schiaffo ad una adolescente colpevole di aver commesso un errore in campo. Teatro della scena il PalaSojourner di Rieti dove si è assistito ad un episodio che ha scatenato violenti polemiche e indignazione. In un momento di pausa della gara della Basket Roma, durante gli spareggi di serie B femminile contro i Panthers Roseto, il tecnico del club giallorosso, dopo aver ripreso una sua giocatrice, essersi sbracciato urlandole in faccia, l’ha colpita dietro la nuca tra il silenzio gelido e l’incredulità delle compagne di squadra e di alcuni genitori presenti all’incontro sulle tribune. La scena, ripresa con un telefonino e diffusa sui social, è diventata subito virale. La pagina Facebook del club romano, vincitore poi della sfida, è stata subito bersagliata dalle critiche e c’è chi ha chiesto l’immediata radiazione del tecnico, il 51enne Luciano Bongiorno. “Complimenti alle ragazze, coach da radiare, spero la giustizia sportiva e non solo intervenga”, è quanto scrive un tifoso.

L’episodio non è passato inosservato e subito si è mossa anche la Federbasket. Con un comunicato il numero uno Gianni Petrucci, nel condannare l’episodio ha fatto sapere di aver attivato ‘doverosamente’ la procura federale per fare piena luce sulla vicenda. “La violenza è esecrabile e non appartiene al nostro sport e alla nostra cultura”, ha subito chiarito Petrucci. “Condanniamo senza esitazione quanto accaduto: schiaffeggiare una propria atleta non è mai giustificabile e non appartiene allo sport, alla pallacanestro e al mio modo di concepirlo – ha continuato il numero uno della Federbasket -. Questo gesto squalifica chi l’ha compiuto, sia come persona, sia come allenatore”. Petrucci conclude ribadendo che “il rispetto deve essere al primo posto nei valori di chi fa sport, in particolare nei rapporti tra allenatori e giocatori, perché educare significa comprendere”. Dura anche la posizione dell’associazione Assist e Differenza donna che ha chiesto alla Federbasket e al Coni provvedimenti tempestivi.
Il tecnico autore del gesto si è scusato attraverso il canale Facebook del club giallorosso sostenendo che da parte sua non c’era intento di colpirla. “Conosco l’atleta in questione da quando aveva 6 anni e sono entrato in campo a gioco fermo per spronarla, con un linguaggio del corpo troppo violento e facendo un gesto che dalle immagini appare diverso da quello che in effetti è stato, ovvero una pacca sulla coda dei capelli; non c’era nessun intento diverso, nessuna intenzione di colpirla in alcun modo”. Lo stesso club giallorosso nella stessa nota parla di gesto deplorevole da parte del suo coach ma pubblica anche una lettera della madre dell’atleta coinvolta che di fatto ‘perdona’ l’allenatore. “Mia figlia è molto tranquilla, e questo è quello che conta per me. Conosciamo Luciano da quando aveva 6 anni, età in cui ha iniziato l’attività di minibasket, abbiamo un ottimo rapporto e lui per mia figlia è come un secondo papà. Alla fine della partita con Luciano ci siamo confrontati su quanto accaduto convenendo che non sono gesti belli da vedere, e possono essere fraintesi da chi non conosce il rapporto che c’è tra di noi. Non è stato un ceffone ma una pacca sulla coda”, è quanto ha scritto la donna intenzionata ad interrompere quella che ha definito una tempesta mediatica.

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