Sardegna: nasce l’astroturismo, itinerari ed eventi per chi vuole guardare le stelle

L'archeologa Ilaria Montis: "La qualità del cielo è nettamente migliore rispetto al resto della Penisola"

Spiagge, boschi, campagne, cime rocciose. La Sardegna offre scenari e località turistiche adatte a tutti i gusti, sia per gli amanti del mare che della montagna, in una cornice che riesce a unire le bellezze della natura alle tipicità storiche e culturali dell’Isola. Ma si può viaggiare in Sardegna anche per osservare le stelle: i cieli sardi, infatti, godono del minor inquinamento luminoso d’Italia e sono tra i più scrutabili d’Europa. “La qualità del cielo è nettamente migliore rispetto al resto della Penisola. Il territorio possiede estese aree non urbanizzate che consentono di osservare in maniera nitida ciò che accade sopra le nostre teste”. A parlarne è Ilaria Montis, archeologa e coordinatrice del progetto Astroturismo: si tratta di una rete di diverse imprese che unisce arte, natura, ambiente, storia ed enogastronomia, con il comune denominatore della passione per l’astronomia. “L’idea nasce nel 2019 – racconta Ilaria Montis – Per quell’occasione era stato organizzato un workshop a Barumini per parlare di turismo astronomico come opportunità per l’Isola. In Sardegna si sono sempre organizzati eventi di osservazione astronomica, ma sono stati per lo più episodi occasionali, mancava la consapevolezza di avere tra le mani un prodotto turistico da valorizzare. Il progetto Astroturismo ha voluto colmare proprio questa lacuna: trasformare eventi occasionali in un programma di rete distribuito su tutto il territorio”. Esistono vari itinerari e percorsi, pensati per offrire esperienze che si adattino alle esigenze dei viaggiatori: nei pressi del Nuraghe Losa si può ammirare lo spettacolo del solstizio d’estate, che all’alba e al tramonto crea affascinanti giochi di luce grazie all’orientamento del nuraghe; i più avventurieri possono inerpicarsi tra le pendici del Supramonte e abbinare all’esplorazione notturna l’osservazione degli astri, provando a orientarsi tramite la loro posizione; per i più romantici, infine, non può mancare una notte in riva al mare col naso all’insù a contare le stelle cadenti e disegnare con la mente le linee delle costellazioni. Ovviamente, per offrire un servizio professionale, la rete si avvale della collaborazione di esperti del settore. Partner del progetto è, infatti, il Planetario dell’Unione Sarda, guidato dall’astrofisico Manuel Floris, che mette a disposizione le proprie competenze specialistiche per promuovere la divulgazione scientifica. Turismo, astronomia, ma anche sostenibilità. Perché uno degli obiettivi del progetto è proprio la tutela dell’ambiente: “La risorsa del cielo è molto fragile, basti pensare che se un comune potenziasse la propria illuminazione produrrebbe un inquinamento luminoso per decine di chilometri. Ancora oggi ci sono amministrazioni poco attente a questo tema, per cui è importante sensibilizzare le persone sull’importanza della qualità del cielo. Tanti europei sono costretti ad andare addirittura in Africa per poter osservare la Via Lattea. In Sardegna abbiamo la fortuna di poterla ammirare, ma dobbiamo fare di tutto per difendere questa privilegio”. Un gesto, quello di guardare verso le stelle, che ha da sempre affascinato l’essere umano e crea un legame tra passato e presente. Anche se, probabilmente, i nostri antenati guardavano il cielo con più stupore di quanto ormai facciamo noi oggi. 

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